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18.11.2025 - 12:15
Foto di repertorio
Un nuovo sciopero generale di 24 ore si prepara a fermare l’Italia venerdì 28 novembre 2025, con ripercussioni pesanti anche sul Veneto e sull’area metropolitana di Venezia.
Ad incrociare le braccia saranno i lavoratori di trasporto ferroviario, servizi urbani, settore aereo, autostrade, oltre a una vasta platea di dipendenti pubblici e privati. L’iniziativa è stata indetta da varie sigle sindacali, tra cui Cub, Usb e Cobas, e rischia di paralizzare gli spostamenti di migliaia di persone.
Per chi viaggia in treno, i disagi inizieranno già dalle 21 di giovedì 27 novembre, per proseguire fino alla stessa ora del giorno successivo.
Trenitalia garantirà i servizi essenziali nelle tradizionali fasce protette:
6:00 – 9:00
18:00 – 21:00
I convogli già in viaggio allo scattare dello sciopero raggiungeranno la destinazione finale solo se questa è raggiungibile entro un’ora dall’inizio dell’agitazione. In caso contrario, potranno fermarsi in una stazione intermedia.
Garantiti anche i treni a lunga percorrenza, come da programmazione ufficiale.
Lo sciopero coinvolgerà anche Actv, Avm e Vela, con ripercussioni su:
Nel servizio di navigazione, saranno assicurati solo i collegamenti minimi e alcune tratte della linea 17 (nave-traghetto), riservate ai possessori di tessera Imob e previa prenotazione.
Nel servizio automobilistico e tranviario saranno garantite solo le corse:
dalle 6:00 alle 8:59
dalle 16:30 alle 19:29
Actv avverte che non saranno garantite le corse di rientro dagli istituti superiori, generando possibili disagi per studenti e famiglie.
Lo sciopero interesserà anche:
Atvo: garantite tutte le corse che partono tra le 6 e le 9 e tra le 12 e le 15.
Mom – Mobilità di Marca
Arriva Veneto
Coinvolti anche i lavoratori del comparto aereo:
personale di volo,
addetti all’handling,
servizi aeroportuali.
Sono previste cancellazioni e ritardi negli scali italiani, incluso il Marco Polo di Venezia, con particolare criticità attese anche a Milano Malpensa.
Sulla rete autostradale nazionale il personale si fermerà dalle 22 del 27 novembre alle 22 del 28, con possibili rallentamenti ai caselli e nei servizi di assistenza.
Lo sciopero nasce da una piattaforma di rivendicazioni ampia, che tocca temi sociali, economici e geopolitici. Le sigle promotrici chiedono:
riconoscimento dello Stato di Palestina,
stop alle spese militari e all’invio di armi in Ucraina e Palestina,
investimenti in sanità, trasporti e welfare,
aumenti salariali e pensionistici,
introduzione di un salario minimo di almeno 12 euro l’ora,
abolizione dell’IVA sui beni di prima necessità,
tassazione e requisizione degli extra-profitti,
blocco delle grandi opere a favore della tutela dei territori.
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