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Violenza di genere

Padova, gli studenti si mobilitano contro la violenza di genere nel giorno dedicato alle vittime

Azioni di sensibilizzazione in città e richiami all’importanza dell’educazione al rispetto e ai servizi di supporto: la comunità universitaria ricorda che la violenza riguarda anche gli spazi di studio e relazione

Lo striscione lungo il Piovego

Lo striscione lungo il Piovego

Anche il mondo universitario veneto fa sentire la propria voce nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata oggi, 25 novembre. L’Università di Padova si è mobilitata con iniziative e testimonianze che richiamano l’attenzione su un fenomeno che, come sottolineano gli studenti e le studentesse, non è estraneo alla vita quotidiana.

Noemi Alba, rappresentante di UDU, racconta un’azione di sensibilizzazione messa in campo nelle ultime settimane per le strade della città:
«Nelle ultime settimane abbiamo lasciato per le strade di Padova dei QR code accompagnati da frasi d’impatto, capaci di catturare l’attenzione. Ma dietro quei messaggi c’erano storie vere, ferite reali: scansionandoli, le persone venivano indirizzate a video di sensibilizzazione sulla violenza di genere. Più della metà delle scansioni è arrivata dalla frase che parlava della condivisione non consensuale di materiale intimo per vendetta: un dato che fa male e che dimostra quanto questa forma di violenza sia ancora normalizzata, ignorata e minimizzata. Con questa azione abbiamo voluto ricordare che la violenza non è lontana da noi: attraversza i nostri spazi e le nostre relazioni, e riconoscerlo è il primo passo per combatterla.»

Beatrice Bertogno, di UDU Padova, richiama l’attenzione sulla necessità di costruire una comunità in grado di proteggere e sostenere:
«Gli spazi sicuri non esistono da soli: li costruiscono le persone che li vivono, insieme. Per farlo davvero serve partire dall’educazione alla sessualità, al rispetto e al consenso nelle scuole e nelle università, e da una rete solida di CAV e sportelli antiviolenza che siano attivi, finanziati e accessibili. Serve garantire pienamente il diritto all’aborto e consultori non giudicanti, che mettano al centro dignità e libertà. La lotta contro la violenza di genere non è un’emergenza: è un impegno quotidiano e collettivo. Abbiamo bisogno di un cambiamento culturale profondo.»

Sulla stessa linea Paola Bonomo, Presidente del Consiglio degli Studenti, che ribadisce come il problema riguardi anche gli ambienti di studio:
«Anche l’Università non è esente dalle dinamiche di violenza e discriminazione: pretendere di esserne immuni significherebbe ignorare la realtà. La strada da fare è ancora lunga, e dobbiamo partire da ciò che può davvero trasformare i nostri spazi: investire nell’educazione all’affettività e al consenso, rafforzare gli sportelli antiviolenza, garantire supporto e ascolto a chi subisce molestie o abusi. La violenza si combatte ogni giorno, costruendo una comunità che non lasci indietro nessuno.»

Un impegno che, come ribadito dagli studenti, non si esaurisce nella data simbolica del 25 novembre: oggi si fa rumore, ma l’obiettivo è continuare a farlo, con costanza e responsabilità.

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