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Proteste studentesche

Flash mob degli studenti padovani contro il semestre filtro per l’accesso a Medicina

UDU Padova denuncia le criticità della nuova riforma dopo il secondo appello, segnalando errori nei test, scarsa preparazione e il rischio di ridurre ulteriormente gli ingressi nei corsi di Medicina

Foto della protesta studentesca

Foto della protesta studentesca

Questa mattina, giovedì 11 dicembre, alle 11.30, studentesse e studenti dell’UDU Padova e del semestre filtro si sono ritrovati all’Hub di Ingegneria per un flash mob di protesta contro il nuovo sistema di accesso ai corsi di Medicina. La mobilitazione nasce dopo il secondo appello del semestre filtro, tenutosi mercoledì 10 dicembre, che ha confermato le lacune già emerse nelle prime prove.

Durante l’iniziativa, l’UDU ha evidenziato come la riforma stia creando incertezza e difficoltà a migliaia di giovani che da mesi affrontano un percorso privo di chiarezza e con una preparazione ritenuta insufficiente.

A sottolinearlo è Francesca Caratozzolo, rappresentante degli studenti nella Scuola di Medicina per UDU Padova, che ricorda: “Il secondo appello ha presentato gli stessi identici problemi del primo. Gli studenti hanno segnalato errori all’interno delle prove e una struttura dei test troppo complessa e non coerente con la preparazione offerta negli ultimi mesi.”
Caratozzolo aggiunge che “il semestre filtro si è dimostrato totalmente fallimentare, a partire dall’organizzazione delle lezioni, che non solo non hanno preparato adeguatamente gli studenti, ma sono state fonte di ansia ed esclusione sociale”. Secondo la rappresentante, molti ragazzi vivono ora il mancato superamento del percorso “come una sconfitta”, con il rischio aggiuntivo che “a Medicina entreranno persino meno persone dei posti disponibili”.

Critiche condivise anche dal coordinatore di UDU Padova, Marco Nimis, che osserva: “Il governo ha spacciato questa riforma come la soluzione al problema dell’accesso a Medicina, ma nei fatti si sta rivelando un disastro sotto tutti i fronti. È inaccettabile che siano gli studenti a pagare le conseguenze di una misura improvvisata e mai realmente progettata.”
Nimis ricorda inoltre l’avvio di un ricorso collettivo nazionale, spiegando che “le scellerate scelte politiche non possono ricadere sulla pelle, sulla salute e sull’istruzione degli studenti”, e sottolinea come la riforma abbia finito per “illudere, stressare e lasciare soli migliaia di giovani”.

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