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Forte Marghera, apre al pubblico la prima Casermetta: un nuovo centro per arte contemporanea e giovani creativi

Uno spazio storico che rinasce grazie a MUVE e al Comune di Venezia

Forte Marghera, apre al pubblico la prima Casermetta: un nuovo centro per arte contemporanea e giovani creativi

Le immagini sul posto

Un nuovo tassello si aggiunge al grande progetto di rigenerazione urbana che sta trasformando Mestre e Venezia: per la prima volta nella sua storia, apre al pubblico la Casermetta Est di Forte Marghera, uno dei due edifici ottocenteschi affacciati sulla darsena dell’isola del Ridotto. Un luogo suggestivo, nato come struttura militare e oggi completamente restaurato, che il Comune di Venezia ha affidato alla Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE) per diventare un punto di riferimento dedicato alla cultura contemporanea e ai giovani artisti.

Un intervento che restituisce alla città un patrimonio ritrovato

La nuova apertura, sottolinea il sindaco Luigi Brugnaro, è parte del percorso che in questi anni ha riportato a nuova vita molte aree abbandonate tra Venezia e Mestre:
«Abbiamo creduto nella possibilità di trasformare luoghi chiusi o dimenticati in spazi vissuti e dinamici. Forte Marghera ne è la prova: da zone in degrado a poli culturali capaci di accogliere giovani, idee e creatività».

Il sindaco ricorda inoltre che sono stati investiti oltre 30 milioni di euro in opere di recupero nel Forte, dove sono già in corso i lavori per la Casermetta Ovest e la bonifica delle aree circostanti. Parallelamente, procede il progetto del Centro Candiani, destinato a diventare la nuova casa dell’arte contemporanea.

MUVE: un nuovo spazio per artisti, ricerca e linguaggi del contemporaneo

La presidente MUVE Mariacristina Gribaudi evidenzia il valore culturale della riapertura:
«Questo edificio storico si trasforma in un luogo dedicato alla sperimentazione e alla produzione artistica. Qui prenderanno vita le mostre degli artisti in residenza e le esposizioni del concorso internazionale Artefici del nostro Tempo, offrendo ai giovani creativi uno spazio dove crescere e confrontarsi».

La Casermetta entra così a far parte di una rete culturale che include l’Emeroteca dell’Arte a Mestre e i musei del Moderno e del Contemporaneo a Venezia, creando un ecosistema dedicato all’arte attuale e alle nuove generazioni.

L’assessore Zaccariotto: “Restauro da 4,7 milioni per un edificio che unisce storia e futuro”

L’assessore ai Lavori Pubblici Francesca Zaccariotto sottolinea il valore strategico dell’intervento:
«La Casermetta Est torna alla sua bellezza originaria grazie a un restauro rispettoso, frutto di un investimento di 4,7 milioni di euro. Non solo tutela del patrimonio, ma anche nuova funzione: questo edificio diventa finalmente uno spazio vivo, accessibile e aperto alla cittadinanza».

L’assessore ribadisce come il recupero dei fabbricati interni al Forte rappresenti un passaggio fondamentale nel suo processo di rigenerazione.

Un nuovo polo culturale per giovani autori

Lo spazio rinnovato ospiterà:

  • le mostre collettive degli artisti in residenza MUVE e Bevilacqua La Masa;

  • le esposizioni annuali del concorso Artefici del nostro Tempo;

  • incontri, laboratori e attività pensate per coinvolgere artisti, cittadini e scuole.

La Casermetta Est diventa dunque un laboratorio di creatività, un luogo di incontro tra generazioni e linguaggi artistici, simbolo di una città che investe nel contemporaneo e nel talento giovanile.

Da struttura militare a spazio per l’arte

Progettata in epoca napoleonica come edificio “a prova di bomba”, la Casermetta rappresenta una delle architetture più rilevanti dell’intero Forte. Il restauro, seguito dall’architetto Riccardo Cianchetti e dal RUP Andrea Ruggero, ha permesso di riportare alla luce materiali, dettagli costruttivi e apparati storici di grande valore.

GRANDA: la mostra inaugurale

La stagione culturale si apre con GRANDA, la grande collettiva che riunisce i 27 artisti degli atelier veneziani e dell’Emeroteca dell’Arte. L’esposizione abbraccia epoche, generazioni e tecniche diverse, ricostruendo il percorso di ricerca sviluppato nel biennio 2024–2025.

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