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Este, in arrivo la bonifica del Parco Rigoni Stern

este Parco Rigoni Stern

A fine dicembre l’amministrazione ha destinato 88mila euro alla bonifica definitiva dell’area, inaugurata nel 2011 ma il cui accesso al pubblico è stato poi vietato a causa dell’inquinamento rilevato da Arpav

Parco Rigoni Stern Parco Rigoni Stern
Il 2021 potrebbe essere l’anno buono in cui risolvere definitivamente il paradosso del Parco Mario Rigoni Stern: un’area verde che poggia su un terreno contaminato. A fine dicembre l’amministrazione ha destinato 88mila euro alla bonifica definitiva dell’area, inaugurata nel 2011 ma il cui accesso al pubblico è stato poi vietato a causa dell’inquinamento rilevato da Arpav. Il polmone verde si estende tra via Rana Ca’ Mori e via Martiri della Libertà, a due passi dalla sede del Parco Colli Euganei. Una campagna di analisi aveva riscontrato, a circa un metro di profondità, sabbie nere con scorie vetrose e laterizi. Le concentrazioni di mercurio e di idrocarburi superavano i limiti di legge previsti per i siti destinati a uso verde pubblico, privato e residenziale. Del resto il parco è adiacente alle ex Officine Gas (di proprietà di Italgas), proprio in un’area in cui da fine Ottocento si sono avvicendati stabilimenti chimici o attivi nel ramo energetico, come ricostruito dal Partito Democratico consultando i libri di storia locale. Dalla “Fabbrica Estense di acido solforico e concimi chimici F. Marinoni” entrata in funzione nel 1897, alle Officine Gas degli anni Cinquanta. La scoperta della contaminazione ha reso il parco off-limits in attesa della bonifica. "I primi lavori sono stati effettuati nel 2016 su circa 50 metri quadri – spiega l’assessore all’Ambiente Sergio Gobbo – e sono proseguiti nel 2017 e nel 2018, con la rimozione di circa 90 tonnellate di terreno contaminato in 340 metri quadri. Durante gli scavi è emersa però un’ulteriore estensione della contaminazione". Il primo intervento di bonifica è costato poco meno di 75mila euro. Ora il Comune ne ha stanziati ora altri 88mila, inserendo l’intervento su altri 300 metri quadri nel piano triennale dei lavori pubblici. "Finalmente risolviamo un ennesimo problema del passato, costato caro – commenta la sindaca Roberta Gallana. E Gobbo prosegue l’affondo diretto alla prima giunta di Giancarlo Piva: "Sarebbe opportuno svolgere adeguati controlli, prima di inaugurare aree verdi aperte al pubblico". "La legge prevede che a dare notizia dell’inquinamento debba essere chi lo procura – si difende Beatrice Andreose, all’epoca assessore all’Ambiente –. In questo sciagurato caso è stata la vicina Italgas a informare il Comune mentre stava risanando la sua ex sede". Maria Elena Pattaro
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