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12.11.2025 - 08:48
Federica Senno
L’agritech è la sfida del comparto primario per la sostenibilità ambientale
Innovazione, digitalizzazione e meccanizzazione. Sono queste le parole chiave di Cia-Agricoltori Italiani Venezia per affrontare i temi della transizione ecologica, anche nell’area del Cavarzere e Cona in cui non mancano colture di qualità. Un comparto agricolo quello dell’area sud del veneziano, in cui aziende di grandi dimensioni con colture di mais, frumento ortaggi e seminativi e vino sono presenti. “Di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici e alla pressione crescente sui sistemi agricoli, per produrre di più con meno, le aziende hanno bisogno di supporti tecnologici potenti e diffusi - spiega la presidente di Cia Venezia Federica Senno. Ed è proprio l’agritech (dalla robotizzazione in campo ai sistemi satellitari, dai big data all’intelligenza artificiale) a rappresentare lo strumento indispensabile per coniugare sostenibilità ambientale, competitività economica e sicurezza alimentare. Il 50% circa delle imprese agricole italiane ha ancora poca familiarità con lo smart farming. Per questo investiamo in percorsi di alfabetizzazione digitale: l’obiettivo è accompagnare le aziende, soprattutto quelle giovani e nelle aree interne, in un percorso ad hoc, con la convinzione che l’innovazione non sia solo questione di macchine, ma di competenze”. Secondo Cia, le tecnologie digitali riguarderanno l’intero processo produttivo: monitoraggio dei terreni, gestione delle risorse, raccolta e analisi dei dati di produzione, blockchain e tracciabilità delle filiere. Tutti strumenti per aiutare le imprese a ridurre costi e sprechi, ottimizzare input chimici e idrici, migliorare la qualità dei raccolti e aumentare l’impronta green. “Fare smart farming significa prendere decisioni sui campi grazie alle informazioni raccolte. Gli agricoltori non producono più solo cibo ma anche dati, che vanno utilizzati e sfruttati”. In questo contesto, resta cruciale il tema della meccanizzazione. “Le macchine agricole italiane sono le più vecchie in Europa. Nelle campagne circolano ancora trattori con 50 anni di servizio e 1,3 milioni di mezzi non dispongono dei sistemi di sicurezza, tanto che ogni anno si contano oltre 100 vittime. Ecco perché occorre favorire in tutti i modi il ricambio del parco macchine, con agevolazioni e provvedimenti mirati. La sostituzione dei mezzi obsoleti non può più essere rinviata”. Infine, un cenno all’utilizzo di energie rinnovabili. L'installazione di pannelli fotovoltaici è importante e guarda al futuro. Ma quella sui terreni agricoli deve essere limitata al massimo e le decisioni in merito dovrebbero essere prese con una visione d'insieme, tenendo conto delle peculiarità locali ed in particolare dell'esigenza dell'agricoltura. “Da sempre - conclude Senno - chiediamo agli enti competenti che gli impianti fotovoltaici siano preferibilmente e primariamente collocati sui tetti degli edifici, sui capannoni o sulle aree marginali o dismesse. In questo modo si riduce in maniera significativa l'impatto sulla superficie agricola attiva. Il principio cardine è che non può e non deve essere tolto nemmeno un metro quadrato di suolo del comparto primario, ovvero tutto il suolo agricolo della provincia va considerato di pregio”. Alessandro Abbadir
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