La morte di Marco Steffenoni, ex dentista 75enne, e di sua moglie Maria Teresa Nizzola, 76 anni, resta ancora avvolta nel mistero, ma un’ipotesi prende sempre più corpo: i due coniugi, ritrovati senza vita nella loro villa sui colli veronesi, potrebbero essere stati avvelenati dal monossido di carbonio.
Dopo il macabro ritrovamento dei loro corpi mummificati, l’autopsia ha escluso segni di violenza, confermando che il decesso risale a diversi mesi fa. Gli inquirenti ora sospettano che la coppia possa essere rimasta vittima di un’intossicazione provocata dal camino della villa, acceso probabilmente tra ottobre e novembre. Il gas inodore potrebbe aver saturato l’ambiente senza che i due se ne accorgessero, portandoli a una morte silenziosa. Tuttavia, per avere certezze, saranno necessari ulteriori esami tossicologici.
La procura di Verona, che ha aperto un fascicolo per chiarire le circostanze della morte, non ha al momento individuato responsabilità di terzi né iscritto nessuno nel registro degli indagati. L’ipotesi dell’intossicazione da monossido di carbonio è considerata la più probabile, ma solo i test di laboratorio potranno confermarla o smentirla.
Quello che è certo è che i due coniugi vivevano in completo isolamento. Senza figli e con rapporti familiari inesistenti, avevano scelto di tagliare ogni contatto con il mondo esterno. Anche i vicini li vedevano raramente e nessuno si è accorto della loro assenza per mesi.
Dopo il pensionamento di Steffenoni e il peggioramento delle condizioni di salute della moglie, l’isolamento era diventato definitivo. L’unica compagnia, in passato, erano stati i loro cani, ma al momento della scoperta nessun animale era presente nella villa.
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