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Cocaina e crack tra i giovani: allarme dipendenze in crescita

Il CNDDU lancia l’appello: “Non bastano i controlli, serve un'educazione che rafforzi i ragazzi. La scuola sia presidio di prevenzione”

Cocaina e crack tra i giovani: allarme dipendenze in crescita

Foto di repertorio

L’allarme arriva dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), che lancia un segnale preoccupante: cresce tra i giovani il consumo di cocaina e crack, anche in regioni come la Puglia dove, fino a poco tempo fa, il fenomeno sembrava sotto controllo. Nonostante la regione registri meno del 10% dei sequestri nazionali, si segnala un aumento di persone in carico ai servizi per dipendenze legate a queste sostanze.

Dietro questa escalation ci sono fragilità psicologiche, disagi relazionali, isolamento e insicurezze. La droga, avverte il CNDDU, si sta trasformando in una scorciatoia per evadere da un vuoto interiore, più che un semplice fenomeno deviante. E non bastano più controlli, blitz o sequestri: «Senza una vera strategia educativa, non si va lontano», è l’avvertimento lanciato dagli esperti.

La scuola come presidio di legalità e ascolto

Secondo il Coordinamento, è urgente ripensare il ruolo delle istituzioni educative: la scuola non può limitarsi a trasmettere nozioni, ma deve diventare un luogo di ascolto, relazione e formazione umana. Solo così può trasformarsi in uno scudo contro le dipendenze, promuovendo non solo la conoscenza ma anche valori, identità e consapevolezza personale.

I numeri della crisi: cocaina prima causa di morte droga-correlata

I dati nazionali parlano chiaro. La cocaina è responsabile del 35% dei decessi legati alla droga e del 30% dei ricoveri ospedalieri per overdose. Nei Servizi per le Dipendenze (SerD), il 23% degli utenti è in trattamento per cocaina come sostanza primaria, mentre il 3,3% per crack. Negli ultimi 25 anni, le denunce per reati legati a cocaina e crack sono quasi raddoppiate, passando da 8.500 a 14.500. Tra queste, anche 300 minorenni nel solo 2024.

Più educazione, meno repressione

Iniziative culturali e animazione delle piazze sono importanti, ma da sole non bastano. Il CNDDU sottolinea la necessità di percorsi di educazione emotiva e sociale, che aiutino i ragazzi a costruire la propria identità, rafforzare la resilienza e dare senso alle regole. I giovani, spiegano i docenti, hanno bisogno di adulti credibili, presenti e capaci di ascoltare, più che di sorveglianza.

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