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Violenza sessuale di gruppo: la Cassazione conferma la condanna per tre ex giocatori della Virtus Verona

Quattro imputati ammessi al percorso di giustizia riparativa

Violenza sessuale di gruppo: la Cassazione conferma la condanna per tre ex giocatori della Virtus Verona

Foto di repertorio

La Suprema Corte di Cassazione ha emesso oggi la sentenza definitiva confermando la condanna per violenza sessuale di gruppo nei confronti di tre ex calciatori della Virtus Verona, protagonisti di un episodio avvenuto nel gennaio 2020, subito dopo una trasferta a Cesena

La Corte ha respinto i ricorsi di tre imputati, rendendo irrevocabili le pene a loro inflitte in secondo grado. Tra questi, spiccano le condanne di Gianni Manfrin e Stefano Casarotto, entrambi con una pena di 3 anni e 4 mesi. Entrambi sono stati ammessi al percorso di giustizia riparativa, un istituto introdotto dalla riforma Cartabia che permette, in casi specifici, di tentare una riconciliazione tra vittima, imputati e comunità, con la possibilità di uno sconto di pena.

Il caso più severo riguarda Santiago Visentin, difensore argentino condannato a 6 anni di reclusione. Visentin è stato invece escluso dal percorso di giustizia riparativa e ha scelto di proseguire la battaglia giudiziaria, dichiarandosi innocente e puntando all’assoluzione in appello.

Diversa sorte per Edoardo Merci, anch’egli condannato in Appello a 6 anni, per cui la Cassazione ha disposto l’annullamento della sentenza e il rinvio per un nuovo esame da parte della Corte d’Appello di Venezia.

Infine, Daniel Onescu, imputato per aver ripreso la violenza con il cellulare senza parteciparvi direttamente, è stato condannato a un anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa, con la sentenza ormai definitiva, in quanto non ha presentato ricorso.

La vicenda, iniziata nella notte tra il 18 e 19 gennaio 2020, racconta di una festa post-partita in cui la giovane vittima sarebbe stata indotta a bere e poi abusata dai calciatori, che si sarebbero alternati nell’atto criminale, mentre uno di loro filmava la scena.

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