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Sicurezza sul lavoro

Veneto, più fondi e personale per gli SPISAL: la prevenzione diventa questione urgente dopo l’ennesima tragedia sul lavoro

La morte di un giovane operaio a Rosolina riaccende il dibattito sulla sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche, con i direttori dei servizi territoriali che chiedono più risorse, formazione e controlli costanti

Fabio Benetti dello SPISAL Veneto

Fabio Benetti dello SPISAL Veneto

La drammatica vicenda di Rosolina, dove un giovane operaio ha perso la vita sul posto di lavoro, riporta con forza l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi professionali in Veneto. In Italia ogni anno muoiono circa 1.000 lavoratori: numeri che il territorio non può più ignorare.

I direttori degli SPISAL delle Aziende Sanitarie venete, sentiti recentemente in Commissione consiliare, hanno messo in luce criticità importanti: in molti servizi il personale non basta per garantire controlli efficaci e attività di prevenzione sul territorio.

«Gli SPISAL non devono essere visti solo come uffici che fanno multe – spiegano i responsabili – ma come veri e propri punti di riferimento per formazione, assistenza e vigilanza». Per farlo servono però più assunzioni, in particolare di tecnici della prevenzione, e finanziamenti stabili che permettano progetti concreti con le associazioni di categoria e le imprese locali.

Fondamentale, secondo gli esperti, è anche un intervento del Parlamento sul Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, per rendere più attrattivo il lavoro negli SPISAL rispetto al privato, oggi spesso più remunerativo.

Solo investendo in formazione, professionalità e controlli costanti sarà possibile ridurre incidenti e vittime, evitando che tragedie come quella di Rosolina restino un triste episodio isolato.

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