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Bonifica ambientale
14.11.2025 - 17:35
L'impianto di bonifica di Trissino
La ferita dell’inquinamento da PFAS nel cuore del Veneto torna al centro dell’attenzione. Da Lonigo, numerose associazioni della società civile hanno lanciato oggi il “Patto di Comunità per la bonifica del sito ex-Miteni di Trissino”, nell’ambito della campagna nazionale “Ecogiustizia Subito – in nome del popolo inquinato”. L’iniziativa arriva a dodici anni dalla scoperta dei contaminanti nelle acque e a pochi anni dalla storica sentenza che ha condannato 11 ex dirigenti della Miteni per disastro ambientale e avvelenamento delle acque.
L’obiettivo è chiaro: richiedere la bonifica immediata del sito, proteggere la salute della popolazione e promuovere la riconversione sostenibile del territorio, tra i più colpiti dal disastro PFAS in Italia, che interessa 380 chilometri quadrati tra Vicenza, Verona e Padova, con circa 300.000 persone esposte.
“Dopo dodici anni di ritardi e rimpalli di responsabilità – dichiarano i promotori – non è più accettabile che l’ex-Miteni resti una ferita aperta. È il momento di agire insieme, per le comunità, i lavoratori e il futuro di questo territorio.”
Il Patto di Comunità intende mantenere alta l’attenzione sulle istituzioni – Governo, Regione Veneto, ARPAV, Comuni e aziende coinvolte – sollecitando senza ulteriori rinvii la messa in sicurezza e la bonifica integrale dei terreni e delle falde contaminate.
Tra le richieste principali: avvio immediato delle operazioni di bonifica e completamento della barriera idraulica, finanziamenti certi per il monitoraggio e la sicurezza, controlli rafforzati su aria, acqua, suolo e alimenti, nuove indagini sulla salute della popolazione esposta e completamento delle infrastrutture idriche per garantire acqua pulita.
I firmatari del Patto si impegnano inoltre a vigilare sull’attuazione degli impegni, sulla gestione delle risorse e sul rispetto dei tempi di bonifica. L’iniziativa punta anche a promuovere progetti partecipativi per cittadini, imprese e amministrazioni, favorendo fitodepurazione, rinaturalizzazione, agricoltura sostenibile e recupero ecologico delle aree colpite.
Legambiente ricorda che in Italia è stato bonificato solo il 6% delle aree contaminate: “Non vogliamo che Trissino diventi l’ennesima occasione persa. Bonificare significa restituire salute, dignità e futuro a una comunità che non si arrende.”
Con questo Patto, cittadini, lavoratori e associazioni chiedono ecogiustizia subito, ribadendo il loro impegno per una bonifica reale, rapida e partecipata, a tutela della salute e del territorio. Tra i promotori figurano ACLI, Azione Cattolica, AGESCI, ARCI, Legambiente, Libera, Mamme No Pfas, Acqua Bene Comune Vicenza, CGIL Veneto, ISDE, Italia Nostra, Medicina Democratica e Rete Zero Pfas Veneto.
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