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Giustizia e lavoro
10.12.2025 - 15:29
Il segretario generale della Cgil di Venezia, Daniele Giordano
La Cgil di Venezia si prepara a entrare in aula come parte civile nel procedimento nato dall’inchiesta Palude, una scelta che il sindacato definisce necessaria per difendere fino in fondo i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e per tutelare l’interesse generale alla legalità. La decisione arriva alla vigilia dell’udienza preliminare fissata per domani davanti al gup Andrea Innocenti, che vede coinvolti una trentina di indagati, tra cui il sindaco Luigi Brugnaro, i suoi collaboratori Morris Ceron e Derek Donadini, e l’imprenditore di Singapore Ching Chiat Kwong.
“Non è solo in gioco la vicenda di singole persone coinvolte, ma un principio generale: il lavoro non può mai diventare terreno di violazioni, abusi o opacità nella gestione delle risorse e delle responsabilità”, dichiara il segretario generale della Cgil veneziana, Daniele Giordano. Il sindacato considera la costituzione di parte civile come un atto coerente con la propria storia e con il mandato ricevuto dagli iscritti.
Nella nota diffusa oggi, la Cgil spiega che la scelta è legata alla tutela collettiva del lavoro, alla difesa della legalità e della trasparenza, ma anche al riconoscimento del danno che l’Organizzazione ritiene di aver subito. Secondo il sindacato, infatti, le condotte contestate non inciderebbero solo sulle persone direttamente coinvolte nel procedimento, ma danneggerebbero anche il ruolo e l’immagine della Cgil come soggetto impegnato quotidianamente nella difesa del lavoro e nella promozione di rapporti corretti e trasparenti.
Per questo, nella costituzione di parte civile verrà richiesto il riconoscimento sia del danno economico sia di quello non patrimoniale, rivendicato dall’Organizzazione in quanto rappresentante del mondo del lavoro.
La presenza in giudizio, conclude la nota, ha anche una funzione di prevenzione: sottolineare che certe pratiche non sono accettabili e che chi sbaglia deve assumersi le proprie responsabilità è considerato dal sindacato il modo più concreto per evitare che situazioni analoghe possano ripetersi nel futuro del territorio veneziano.
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