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Elezioni regionali 2025
20.11.2025 - 08:47
Nicolò Rocco
A pochi giorni dalle elezioni regionali, il presidente di Azione Veneto e consigliere comunale di Treviso, Nicolò Rocco, interviene ai microfoni di Buongiorno Veneto per tracciare le linee di quello che definisce un “cambio indispensabile” per il futuro della regione. Rocco – tra i sostenitori del candidato del centrosinistra Giovanni Manildo – parte da una citazione di Gustav Mahler per descrivere lo stato attuale del Veneto: «La tradizione non è adorazione delle ceneri, ma custodia del fuoco». Una frase che usa per denunciare un approccio politico che, a suo dire, confonde il valore del passato con un immobilismo incapace di dare risposte nuove.
Secondo Rocco, il Veneto si trova oggi davanti a due visioni divergenti.
Da un lato, il centrodestra guidato da Alberto Stefani, che – pur riconoscendone le qualità – vede impegnato in una campagna “tutta concentrata sul difendere ciò che il Veneto è stato”.
Dall’altro, Giovanni Manildo, che “non è meno orgoglioso dell’autonomia o delle tradizioni venete, ma si interroga sulle ragioni per cui 50 mila giovani hanno lasciato la regione e 5 mila medici hanno abbandonato il servizio sanitario pubblico”.
Per Rocco, il primo passo per proporre soluzioni credibili è “riconoscere finalmente i problemi”, cosa che il suo schieramento ritiene trascurata negli ultimi anni.
Il presidente di Azione ricorda come, ai tempi di Galan, il centrodestra fosse più eterogeneo e animato da personalità di forte profilo. Negli ultimi quindici anni, invece, “si è delegato tutto a una figura carismatica, riducendo lo spazio del confronto”.
Una dinamica che, unita al ritirarsi del centrosinistra, avrebbe impoverito il dibattito politico regionale.
Azione – insieme a +Europa, Italia Viva e altre forze riformiste – ha scelto di sostenere Manildo per portare “una cultura liberaldemocratica che punta su innovazione, imprese, sostenibilità e capacità di fare sistema”.
Tra le criticità più rilevanti Rocco cita l’assenza di un Politecnico regionale, un nodo che secondo lui penalizza l’inserimento dei giovani in aziende strategiche: “Luxottica assume 750 ingegneri, ma li prende a Milano, non in Veneto”.
Un esempio emblematico di come la regione, pur vantando università di altissimo livello, non riesca a garantire quel collegamento tra formazione e territorio necessario per frenare l’emigrazione giovanile.
Sul rapporto tra politica e nuove generazioni, Rocco non nasconde le difficoltà:
“I giovani sono disorientati, temono il futuro e hanno meno forza contrattuale. Fare politica per loro è un atto di grande generosità e spesso costa tempo, risorse e opportunità”.
Per questo invita la generazione dei cinquantenni a sostenere la partecipazione dei più giovani: “Chi ha avuto di più deve aiutare i giovani a esprimere il loro potenziale”.
Il presidente di Azione Veneto esprime forte preoccupazione per il rischio di astensionismo, fenomeno che definisce “specchio della sfiducia nei confronti della politica”.
A complicare il quadro, secondo Rocco, contribuiscono la percezione nazionale di un risultato scontato e la scelta di votare a novembre: fattori che scoraggiano ulteriormente la mobilitazione.
In chiusura, Rocco ribadisce la scelta convinta di sostenere Giovanni Manildo come candidato del campo largo: una decisione che – sostiene – permette ai veneti “di non sprecare il proprio voto” e di scommettere su un Veneto che guarda al futuro, non solo al passato.
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