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Elezioni regionali 2025

Rocco: “Il Veneto ha bisogno di innovazione, non di nostalgia. Manildo per un cambio di rotta”

Il presidente di Azione Veneto, ospite di Buongiorno Veneto, critica l’immobilismo della regione e invoca un nuovo modello

Nicolò Rocco

Nicolò Rocco

A pochi giorni dalle elezioni regionali, il presidente di Azione Veneto e consigliere comunale di Treviso, Nicolò Rocco, interviene ai microfoni di Buongiorno Veneto per tracciare le linee di quello che definisce un “cambio indispensabile” per il futuro della regione. Rocco – tra i sostenitori del candidato del centrosinistra Giovanni Manildo – parte da una citazione di Gustav Mahler per descrivere lo stato attuale del Veneto: «La tradizione non è adorazione delle ceneri, ma custodia del fuoco». Una frase che usa per denunciare un approccio politico che, a suo dire, confonde il valore del passato con un immobilismo incapace di dare risposte nuove.

«Due modelli opposti: conservazione o innovazione»

Secondo Rocco, il Veneto si trova oggi davanti a due visioni divergenti.
Da un lato, il centrodestra guidato da Alberto Stefani, che – pur riconoscendone le qualità – vede impegnato in una campagna “tutta concentrata sul difendere ciò che il Veneto è stato”.
Dall’altro, Giovanni Manildo, che “non è meno orgoglioso dell’autonomia o delle tradizioni venete, ma si interroga sulle ragioni per cui 50 mila giovani hanno lasciato la regione e 5 mila medici hanno abbandonato il servizio sanitario pubblico”.

Per Rocco, il primo passo per proporre soluzioni credibili è “riconoscere finalmente i problemi”, cosa che il suo schieramento ritiene trascurata negli ultimi anni.

«Il Veneto ha perso la capacità di confronto»

Il presidente di Azione ricorda come, ai tempi di Galan, il centrodestra fosse più eterogeneo e animato da personalità di forte profilo. Negli ultimi quindici anni, invece, “si è delegato tutto a una figura carismatica, riducendo lo spazio del confronto”.
Una dinamica che, unita al ritirarsi del centrosinistra, avrebbe impoverito il dibattito politico regionale.

Azione – insieme a +Europa, Italia Viva e altre forze riformiste – ha scelto di sostenere Manildo per portare “una cultura liberaldemocratica che punta su innovazione, imprese, sostenibilità e capacità di fare sistema”.

«Senza un Politecnico perdiamo competitività»

Tra le criticità più rilevanti Rocco cita l’assenza di un Politecnico regionale, un nodo che secondo lui penalizza l’inserimento dei giovani in aziende strategiche: “Luxottica assume 750 ingegneri, ma li prende a Milano, non in Veneto”.
Un esempio emblematico di come la regione, pur vantando università di altissimo livello, non riesca a garantire quel collegamento tra formazione e territorio necessario per frenare l’emigrazione giovanile.

«Essere giovani e fare politica è difficilissimo»

Sul rapporto tra politica e nuove generazioni, Rocco non nasconde le difficoltà:
“I giovani sono disorientati, temono il futuro e hanno meno forza contrattuale. Fare politica per loro è un atto di grande generosità e spesso costa tempo, risorse e opportunità”.
Per questo invita la generazione dei cinquantenni a sostenere la partecipazione dei più giovani: “Chi ha avuto di più deve aiutare i giovani a esprimere il loro potenziale”.

«Astensionismo, una ferita alla democrazia»

Il presidente di Azione Veneto esprime forte preoccupazione per il rischio di astensionismo, fenomeno che definisce “specchio della sfiducia nei confronti della politica”.
A complicare il quadro, secondo Rocco, contribuiscono la percezione nazionale di un risultato scontato e la scelta di votare a novembre: fattori che scoraggiano ulteriormente la mobilitazione.

In chiusura, Rocco ribadisce la scelta convinta di sostenere Giovanni Manildo come candidato del campo largo: una decisione che – sostiene – permette ai veneti “di non sprecare il proprio voto” e di scommettere su un Veneto che guarda al futuro, non solo al passato.

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