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05.11.2020 - 10:42
Ad ottobre dall’ospedale “Immacolata Concezione” è sparito il reparto di Pediatria. In realtà si è trattato solo di una formalizzazione da parte dell’azienda ospedaliera di Padova di ciò che ormai da un anno era diventata un’amara realtà, ovvero la soppressione del servizio pediatrico ospedaliero. Si è chiusa così una vicenda che nel giro di due anni ha portato alla chiusura del Punto nascita (a cui, a differenza di altri ospedali, non è stata concessa la deroga sul numero minimo di parti) e la cessazione appunto del servizio di guardia pediatrica, passato, nella teoria e non senza traversie, dalla gestione dell’Azienda ospedaliera a quello dell’Usl 6 Euganea. Un bacino molto ampio di utenti si è visto oggettivamente privare, nell’ottica della riorganizzazione sanitaria complessiva avvenuta negli anni, di un servizio tra quelli fondamentali. A tutti gli effetti, al netto di considerazioni politiche, la mancanza di un servizio pediatrico nel Piovese qualche disagio lo ha provocato. I bambini che accedono al Pronto soccorso cittadino vengono immediatamente trasferiti a Padova. Per non parlare delle future mamme della Saccisica che, da un paio di anni a questa parte, hanno dovuto giocoforza rivolgersi ad altri ospedali padovani e anche veneziani, come Dolo e Chioggia. La scelta si è poi ristretta in tempo di Covid-19, quando non è stato per mesi più possibile partorire nemmeno a Schiavonia e a Dolo. “Ora che finalmente è passata la tornata elettorale delle Regionali - auspica con convinzione il sindaco Davide Gianella - è fondamentale -e adesso c’è tutto il tempo per lavorare e programmare- ripensare con serietà a riportare quanto prima Pediatria e il Punto nascite nell’ospedale cittadino. Bisogna trovare una soluzione perché è una richiesta e un’esigenza molto forte di un intero territorio. Il 90% degli accessi al Pronto soccorso di bambini è per casistiche che potrebbero essere risolte direttamente a Piove di Sacco. Per quanto riguarda le nascite ci sono situazioni, vedi Portogruaro, dove sebbene da anni sono non si superi la soglia dei 500 parti, il servizio è sempre stato attivo. Si tratta di un lavoro che deve essere fatto necessariamente in armonia e a più mani da Regione, Ministero e Usl, con la collaborazione del Comune. I percorsi che si possono intraprendere sono diversi, anche quello dipartimentale con Schiavonia”.
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