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Attualità
27.10.2025 - 08:46
Si addensano nubi pesanti per il futuro della filiera italiana dello zucchero. L’accordo commerciale tra Unione Europea e Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) rischia infatti di mettere in ginocchio un settore già fragile, che in Italia sopravvive unicamente grazie a Coprob Italia Zuccheri, la cooperativa che gestisce gli impianti di Minerbio, nel Bolognese, e quello di Pontelongo.
In un mercato europeo già saturo, l’arrivo di ulteriori 180 mila tonnellate di zucchero sudamericano a dazio zero avrebbe conseguenze devastanti, andando a sommarsi alle 100 mila tonnellate già previste dall’accordo con l’Ucraina. A questo dato si aggiungono le importazioni incorporate nei prodotti trasformati, che aggravano ulteriormente la pressione sul settore. Già oggi i prezzi dello zucchero sono ai minimi degli ultimi quattro anni e nuove quantità immesse sul mercato rischiano di ridurre ancora i margini per i produttori.
L’Italia, secondo consumatore europeo ma con una produzione interna che copre appena il 10-15% del fabbisogno nazionale, sarebbe il Paese più esposto. La sopravvivenza della filiera dipende unicamente da Coprob, che ogni anno coinvolge migliaia di aziende agricole socie e conferenti.
Le misure di salvaguardia previste dall’accordo non rassicurano. Le clausole non sono automatiche, ma richiedono valutazioni lunghe e complesse da parte della Commissione europea, con il rischio che gli interventi arrivino a danni già compiuti. Da qui la richiesta di introdurre regole certe e immediate, capaci di scattare automaticamente in presenza di condizioni di mercato squilibrate.
C’è poi il nodo della concorrenza sleale. Lo zucchero importato dai Paesi extraeuropei non sempre rispetta le stesse regole sanitarie, fitosanitarie e ambientali richieste agli agricoltori europei. “In Sud America” ricordano i produttori del settore “sono ancora autorizzati principi attivi vietati da anni in Europa, con costi di produzione incomparabilmente più bassi”.
“Mi sento di fare appello al Governo” sottolinea Luigi Maccaferri, presidente di Coprob Italia Zuccheri “affinché si opponga a condizioni per noi estremamente penalizzanti al fine d’introdurre il principio di reciprocità, che diventa indispensabile. Chi esporta nell’Unione Europea deve rispettare gli stessi standard produttivi richiesti ai nostri agricoltori. Allo stesso tempo è fondamentale garantire al consumatore un’etichettatura chiara e trasparente, che indichi in modo inequivocabile l’origine dello zucchero acquistato”.
La preoccupazione per il futuro è fondata e tangibile. “L’Italia non può permettersi di perdere una delle ultime filiere agroindustriali strategiche” conclude Maccaferri “né di dipendere completamente dalle importazioni. Servono regole di tutela forti, automatiche ed efficaci, per difendere un settore che rappresenta sicurezza alimentare e sovranità produttiva”.
Alessandro Cesarato
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