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Politica
18.09.2025 - 12:09
Il Governatore Luca Zaia
Le elezioni regionali in Veneto, tenutesi l’ultima volta nel 2020, hanno confermato il consolidato predominio del centrodestra, con una riconferma schiacciante di Luca Zaia alla guida della Regione. Un risultato che non ha sorpreso, visto l’alto gradimento del governatore e l’ormai consolidato legame tra Zaia e gli elettori veneti. Ma cosa hanno portato queste elezioni in termini di numeri e di scelte politiche? Ecco un’analisi di come sono andate le cose.
Il risultato più eclatante dell’ultima tornata elettorale è senza dubbio la riconferma di Luca Zaia, presidente uscente, con un clamoroso 76,8% dei consensi. Il governatore leghista ha praticamente surclassato tutti i suoi avversari, confermando il suo ampio sostegno popolare e consolidando un consenso che si estende oltre gli elettori della Lega. Un trionfo che ha messo in evidenza non solo la forza della Lega in Veneto, ma anche il valore di un profilo politico ben radicato, competente e vicino alle esigenze dei veneti.
Zaia, che si era presentato per il suo secondo mandato consecutivo, ha visto crescere la sua popolarità grazie a una gestione che, secondo molti, ha risposto efficacemente alle sfide economiche e sanitarie, in particolare durante la pandemia di COVID-19. La sua vittoria ha ribadito il forte legame tra il territorio e il suo governatore, capace di incarnare valori di autonomia e un certo disincanto verso le dinamiche politiche romane.
A sostegno di Zaia si è presentata una coalizione di centrodestra che ha visto coinvolte Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, con un consenso che si è mantenuto elevato, dimostrando la solidità di un’alleanza che da anni domina la scena politica regionale. La Lega, in particolare, ha confermato la sua leadership in Veneto, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia, pur con percentuali più basse, hanno comunque contribuito a rafforzare la vittoria del governatore.
I dati delle singole liste hanno visto un enorme successo per la Lega, che ha registrato un consenso oltre il 30%, seguita da Fratelli d’Italia, che ha visto una crescita significativa rispetto alle elezioni precedenti. Forza Italia ha mantenuto una presenza discreta ma rilevante, con una base elettorale consolidata, ma inferiore a quella dei suoi alleati.
Dall’altra parte, il centrosinistra ha faticato a tenere il passo, con il candidato presidente Arturo Lorenzoni (per il Partito Democratico) che si è fermato a una percentuale di circa il 17%. Una sconfitta prevedibile, ma che ha comunque messo in luce la difficoltà del centrosinistra veneto di sfidare la leadership di Zaia. La coalizione di centrosinistra, pur presentando un programma focalizzato su temi quali l’ambiente, la sanità e la giustizia sociale, non è riuscita ad attrarre un numero sufficiente di elettori, soprattutto nelle aree più tradizionalmente leghiste.
Nonostante la buona performance di Lorenzoni nelle aree urbane come Verona e Padova, il divario tra i due schieramenti è rimasto ampio, dimostrando l’ormai radicata posizione di Zaia tra gli elettori veneti.
L’affluenza alle urne nelle elezioni regionali del 2020 in Veneto si è attestata su una percentuale del 57,2%, un dato inferiore rispetto alle elezioni precedenti, ma comunque significativo. Un calo che rispecchia il trend nazionale, influenzato dalla pandemia e da una crescente disaffezione verso le urne, soprattutto tra i più giovani.
In sintesi, le elezioni regionali del 2020 in Veneto hanno confermato il predominio del centrodestra e di Luca Zaia, che si è consolidato come uno dei governatori più popolari d’Italia. Il risultato ha ribadito la centralità della Lega nella politica veneta, ma ha anche messo in evidenza la difficoltà del centrosinistra di rivaleggiare con la coalizione di centrodestra. Un quadro politico che, a meno di cambiamenti radicali, appare destinato a rimanere invariato anche nelle prossime tornate elettorali.
Nonostante la vittoria netta di Zaia e del centrodestra, il panorama politico veneto non è immutabile. Se da un lato il governatore gode di ampio consenso, dall’altro il centrosinistra dovrà ripensare profondamente la sua strategia per tornare competitivo. Con l’approssimarsi delle prossime elezioni regionali, sarà interessante vedere se ci saranno evoluzioni significative nel modo di fare politica in Veneto, con un possibile ritorno di maggiore attenzione verso le tematiche sociali ed economiche.
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