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Rovigo celebra i 30 anni del CUR con il primo Festival Universitario

In arrivo il corso di laurea in Scienze motorie

Rovigo: Festival Universitario

Rovigo: Festival Universitario

Rovigo ha celebrato i 30 anni del CUR con il primo Festival Universitario: tre giorni di incontri, musica e laboratori che hanno coinvolto studenti e cittadini. Annunciato per il 2026 il nuovo corso di laurea in Scienze motorie.

Rovigo ha vissuto tre giornate intense, segnando un momento storico: il primo Festival Universitario della città, organizzato in occasione dei 30 anni del CUR. Un trentennio che ha significato crescita, innovazione e, soprattutto, sinergia tra istituzioni, università e territorio.

Nella prima giornata del festival a Palazzo Angeli, docenti e studenti dell’Università di Ferrara hanno illustrato il corso di laurea in Giurisprudenza, storicamente radicato in città. Filippo Martini, docente di tecniche di negoziazione e mediazione, insieme a Samuele Barbieri, docente di diritto dell’Unione Europea, hanno sottolineato gli sbocchi professionali della laurea, mentre gli studenti Giacomo Imbevaro e Ilenia Laffusa hanno portato la testimonianza delle loro esperienze Erasmus e di moot court internazionali.

Durante il Festival la città si è animata con dibattiti sull’innovazione e sul futuro del lavoro, laboratori creativi con Edicò, musica al Teatro Duomo con il Conservatorio “Venezze” e la socialità del giovedì universitario, che ha rafforzato il legame tra studenti e città.

La seconda giornata ha visto protagonista l’Università di Padova, con i saluti della presidente del CUR, Maria Cristina Acquaviva, che ha invitato i giovani a scegliere il loro futuro senza ansia, ma con fiducia: “Il CUR ha percorso molta strada e altrettanta ne percorrerà promuovendo lo sviluppo di cui Rovigo ha bisogno”.

Il prorettore Paolo Sambo ha sottolineato l’importanza di un’esperienza universitaria completa, fatta non solo di lezioni ma di servizi, sport e socialità. Nel corso della mattinata si è parlato di Erasmus, tirocini internazionali e del Double Degree Rovigo-Würzburg, fino all’intervento del professor Marco Marani, fresco di nomina nell’American Geophysical Union, che ha presentato il corso di “Water and Geological Risk Engineering” in lingua inglese. Marani ha richiamato l’urgenza di prepararsi ai cambiamenti climatici: “Rovigo, terra di bonifica, ha bisogno di queste competenze”.

L’annuncio più atteso è arrivato dallo stesso Sambo: dal 2026 sarà attivato a Rovigo un corso di laurea in Scienze Motorie, pensato per valorizzare la vocazione sportiva del territorio.

Accanto ai momenti accademici, la città ha respirato innovazione e cultura: laboratori, esposizioni e creatività hanno invaso le sale di Palazzo Angeli e gli spazi urbani, trasformando Rovigo in un vero e proprio campus diffuso.

A chiudere la tre giorni, le parole della presidente del CUR Maria Cristina Acquaviva, che ha ricordato come il CUR abbia sempre lavorato in silenzio ma con concretezza per gli studenti e per la città, rilanciando il ruolo di Rovigo come città universitaria.

 Un messaggio ribadito anche dal presidente della Regione Luca Zaia, che in un saluto ufficiale ha definito il Festival “un segnale forte: Rovigo ha scelto di investire nei giovani, nella conoscenza e nella condivisione. Il CUR è una realtà che ha avuto un ruolo importante nella crescita culturale e formativa del Polesine. Rovigo come città universitaria contribuisce a rendere il Veneto una regione capace di offrire opportunità di formazione e crescita alle nuove generazioni”.

 Il sindaco Valeria Cittadin ha sottolineato la forza della sinergia tra enti, università e tessuto economico: “Questo Festival dimostra che Rovigo ha eccellenze che meritano di essere incentivate e promosse”.

 

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