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Sanità veneta, Boron critica la Giunta: “Nuovi accreditamenti senza fondi aggiuntivi, è solo fumo negli occhi”

"Così si illude il territorio senza garantire più prestazioni”

Sanità veneta, Boron critica la Giunta: “Nuovi accreditamenti senza fondi aggiuntivi, è solo fumo negli occhi”

Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo misto

Una delibera che arriva in ritardo di un anno, senza coperture economiche aggiuntive, rischia di trasformarsi in un boomerang per il sistema sanitario territoriale. A lanciare l’allarme è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo misto, che dopo la seduta della Commissione Sanità del Consiglio del Veneto del 30 settembre, ha sollevato forti perplessità sull’approvazione del provvedimento per l’accreditamento di nuovi erogatori in ambito ambulatoriale.

“Questa delibera – spiega Boron – era nata nel 2024 come un avviso straordinario, ma arriva oggi in Commissione, con un ritardo di oltre dodici mesi. E il paradosso è che il budget sanitario resta invariato, nonostante l’ampliamento delle strutture accreditate”.

Accreditamenti sì, ma senza fondi: la coperta resta corta

Il provvedimento approvato in Commissione, fa notare Boron, non è accompagnato da nuove risorse finanziarie, fondamentali per garantire prestazioni aggiuntive ai cittadini. Il risultato? Le nuove strutture accreditate potranno essere autorizzate solo sulla carta, ma non saranno operative finché non verranno stanziati nuovi fondi o ridistribuiti quelli esistenti.

“È come dire ai cittadini che ci sono più ambulatori disponibili – continua il consigliere – ma poi non possono erogare prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. O si aumentano le risorse, oppure si chiede a quelle già attive di dividersi la stessa coperta, che però è sempre troppo corta”.

Una risposta attesa, ma che rischia di essere solo simbolica

Secondo Boron, la logica avrebbe voluto che all’estensione degli accreditamenti corrispondesse un incremento del budget sanitario regionale, per poter effettivamente potenziare l’offerta sul territorio e ridurre i tempi di attesa per i cittadini.

“I veneti chiedono prestazioni rapide, vicine e accessibili. Ma con questa scelta, l’offerta resta ferma, mentre cresce solo la lista dei soggetti accreditati. È una scelta politica che rischia di generare false aspettative nei confronti dei cittadini”.

Il nodo delle risorse in sanità

La denuncia di Boron si inserisce in un quadro più ampio di criticità nella sanità regionale, dove i fondi destinati agli accreditamenti e alle convenzioni con strutture private accreditate rappresentano uno dei nodi centrali nella programmazione dei servizi sanitari.

“Questo provvedimento non rappresenta un vero passo avanti – conclude Boron – ma una manovra che serve più a far numero che a rispondere alle esigenze reali del territorio. Servono scelte coraggiose, non operazioni di facciata”.

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