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22.09.2025 - 05:13
Maria Cristina Acquaviva
Tavole rotonde, incontri con docenti e imprenditori, dialoghi sul futuro dell’università, del lavoro e della città. Acquaviva (CUR): “Non solo orientamento, ma un’occasione per mostrare cosa offre Rovigo e valorizzare due atenei prestigiosi che hanno investito in Polesine”.
Rovigo si prepara a vivere tre giornate di confronto, cultura e innovazione. Dal 25 al 27 settembre si terrà infatti il Festival universitario, manifestazione organizzata dal Consorzio Università Rovigo (CUR) per celebrare i 30 anni di presenza accademica in città.
“Non sarà una replica dell’University Day di febbraio – chiarisce la presidente del CUR, Maria Cristina Acquaviva – ma un’occasione nuova, pensata per mostrare non solo agli studenti ma anche alla cittadinanza quanto Rovigo sia una città universitaria, con due atenei prestigiosi come Padova e Ferrara che hanno investito in Polesine. Troppo spesso si tende a dimenticare l’esistenza del CUR, e invece vogliamo dimostrare che qui si studia bene, si cresce e si esce con una laurea riconosciuta da università di primissimo piano”.
Il format del Festival punta a coinvolgere, più che a spiegare. Non lezioni frontali, ma tavole rotonde e dialoghi aperti: “Non vogliamo che qualcuno parli e gli altri ascoltino – spiega Acquaviva – ma creare un vero confronto tra studenti, docenti, imprenditori e cittadini. La mattina sarà dedicata agli atenei: giovedì 25 settembre i docenti di Ferrara, venerdì quelli di Padova. I pomeriggi saranno aperti a tutti: famiglie, curiosi, cittadini, perché si parlerà di temi trasversali, dall’intelligenza artificiale al futuro del lavoro, dalle competenze richieste dal mercato alle trasformazioni sociali in corso”.
Il Festival sarà anche un’occasione per mettere in evidenza i legami che il CUR ha stretto con il territorio: dalle convenzioni con il mondo del sociale e della pubblica amministrazione, fino alla collaborazione con Avis, che istituirà borse di studio per tesi sul tema del dono del sangue. “Vogliamo che il CUR sia un ponte tra il mondo accademico e il tessuto produttivo locale – sottolinea Acquaviva – uno strumento utile per unire università e territorio”.
Il Festival sarà la cornice giusta per annunciare nuove opportunità formative “Non vogliamo anticipare senza certezze – spiega Acquaviva – ma il lavoro è in corso e l’obiettivo è ampliare sempre di più l’offerta, intercettando le vocazioni del territorio, dallo sport alla sanità, fino alle professioni tecniche”.
Gli iscritti al CUR restano stabili, nonostante il calo demografico che colpisce il Veneto. “Mantenere i numeri è già un successo – commenta Acquaviva – ma l’arrivo di nuovi corsi potrà dare nuova linfa alla vita universitaria. Vogliamo che Rovigo sia sempre più riconosciuta come città universitaria, un luogo dove studiare bene, crescere e guardare al futuro”.
Guendalina Ferro
Edizione
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