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Vicenza. Le sfide della scuola: dai nuovi Poli per l’infanzia al divieto di cellulare

Anche quest’anno non sono mancati i problemi, a causa di molte rinunce all’incarico da parte dei supplenti.

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L’intervista al dirigente dell’Ufficio territoriale scolastico VIII Nicoletta Morbioli

L’anno scolastico è appena iniziato ma nell’Ufficio scolastico territoriale (il vecchio Provveditorato agli Studi), si è da tempo al lavoro per garantire la copertura di tutti i posti che riguardano i docenti, per tutti gli ordini di scuola, e il personale Ata, ossia i collaboratori scolastici, gli assistenti tecnici e il personale delle segreterie delle scuole. Lo scorso anno tra scuole dell’infanzia (7648 bambini), primaria (33.199), I°grado (22.942) e3 II° grado cioè superiori (40.566), il numero totale complessivo era di 104.355 tra alunni e studenti, con 5.145 classi. Quest'anno si scende a 102.921, con 5.079 classi. Nonostante questo calo, in Veneto Vicenza rimane la provincia con un maggior numero di studenti (seguono Verona con 102.477 e Padova con 100.225) e più classi.

A fare il punto della situazione di questo nuovo anno scolastico è la dirigente dell’Ufficio scolastico VIII di Vicenza, Nicoletta Morbioli.

-Siete riusciti a risolvere il consueto problema delle assegnazioni di docenti?

«Abbiamo lavorato tutta l’estate per far sì che con l’inizio delle lezioni tutto fosse a posto. Abbiamo immesso in ruolo 1.036 persone in tutti gli ordini di scuola, di cui 186 di sostegno, 151 all’Infanzia/Primaria, 245 al I grado e 454 al II grado e abbiamo assegnato 1.818 supplenze, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado».

-Si è saputo di molte rinunce da parte dei docenti proprio in relazione alle supplenze, il che significa che in molte scuole si è iniziato l’anno con un organico incompleto?

«Quello delle rinunce è stato davvero un problema, nonostante la rinuncia comporti sanzioni, come la perdita della possibilità di ricevere altre proposte di lavoro dalle graduatorie per l'anno scolastico in corso. Abbiamo toccato quota 200, ma ci siamo subito attivati per rilanciare un ulteriore turno di nomina a copertura dei posti lasciati liberi».

-Evidentemente questi docenti, che spesso provengono da altri territori, devono fare i conti con il divario tra stipendio e costo della vita, in particolare degli affitti, che a Vicenza sono molto alti.

«È un problema che abbiamo riscontrato anche con i direttori delle segreterie scolastiche, visto che Vicenza era la provincia che aveva più posti scoperti, proprio in quanto i potenziali aspiranti provenivano da altre Regioni e hanno optato per province più vicine. Quest’anno, tuttavia, abbiamo già nominato in tempi record i 22 direttori a copertura di tutti i posti vacanti. Per quanto riguarda il personale Ata abbiamo assunto 137 persone a tempo indeterminato e nelle scorse settimane abbiamo convocato gli interessati per assegnare ulteriori 500 posti a tempo determinato».

-Sulla normativa relativa ai telefoni cellulari in classe, come stanno reagendo le scuole?

«Il divieto, già previsto nelle scuole del primo ciclo, vale a dire fino alle medie, è stato esteso alle superiori. Le scuole stanno aggiornando i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, anche con specifiche sanzioni disciplinari. Lo stop al cellulare a scuola non incide sugli altri strumenti tecnologici e digitali utilizzati per finalità didattiche, di cui sono abbondantemente fornite le scuole».

Quali altre sfide dovrà affrontare la scuola vicentina?

Quest’anno partono i Poli per l’Infanzia che riuniscono in un unico plesso o in edifici vicini un nido (o micronido o nido integrato) e una o più scuole dell'infanzia, formando l'unità di base minima. L'obiettivo primario è la creazione di un sistema educativo continuo per i bambini da zero a sei anni e oltre. Altro obiettivo fondamentale è garantire che in un determinato territorio, i bambini e le famiglie abbiano accesso a servizi educativi e scolastici 0-6 di alta qualità, inclusivi e interconnessi sia a livello organizzativo che pedagogico».

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