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Orange1 Basket Bassano
16.11.2025 - 09:10
Matteo Bordignon
C’è una calma determinata nello sguardo di Matteo Bordignon, allenatore dell’Under 15 e assistente dell’Under 19 dell’Orange1 Basket Bassano, una delle academy più strutturate e riconosciute d’Italia. “Per me questa è un’opportunità importante. L’Orange1 è una società di grande livello, che compete in campionati d’eccellenza e tornei di prestigio. Siamo appena stati in Lituania: esperienze come questa sono un arricchimento enorme, sportivo e umano. Qui si lavora ad alto livello”.
In Bordignon si avverte una grande passione. Non si è mai allontanato dal parquet — prima come giocatore, poi come guida per le nuove generazioni.
“Giocavo a basket da giovane, ma a 17 anni mio fratello iniziò con il minibasket e mi chiesero di dare una mano in panchina. Da lì è nato tutto. Lavorare con i ragazzi, vedere come crescono, è diventato parte della mia vita”.
Il coach lavora su ragazzi che si stanno formando e che si preparano a quello che sarà il mondo dei grandi: “In questa fase si forma gran parte di ciò che saranno in futuro. Si pongono le basi, soprattutto a livello tecnico. Punto molto sul lavoro: bisogna provare, riprovare, insistere”.
Bordignon entra poi nel merito del metodo Orange1: “Fuori dal campo cerchiamo di creare un clima sereno. Non vogliamo cinque individualità forti, ma un gruppo che condivide le responsabilità. Il modo in cui stanno insieme fuori si riflette su come giocano nel parquet”.
In un contesto competitivo come Bassano, l’agonismo è naturale, ma Bordignon si concentra anche su altri aspetti. “Il livello è alto, quindi ci si aspetta anche il risultato. È logico: vincere aiuta, dà fiducia. Ma non è l’obiettivo principale. Il nostro compito è abituarli a giocare partite competitive, a gestire la pressione. Questo è ciò che li fa crescere per davvero”.
Negli ultimi anni la società del Grappa ha costruito legami internazionali solidi, collaborando con realtà statunitensi e partecipando a tornei in tutto il continente. “Il progetto si sta sviluppando sempre più verso il mondo internazionale. C’è un forte legame con gli Stati Uniti, una rete che offre ai nostri ragazzi l’opportunità di farsi conoscere in Europa e nel mondo. È qualcosa di raro: poche società italiane possono offrire esperienze simili. Viaggiare, confrontarsi con culture e stili di gioco diversi è un arricchimento incredibile”.
Bordignon è arrivato a Bassano l’anno scorso, dopo quindici anni passati ad allenare a Marostica, dove ha guidato anche squadre senior. “Ho vissuto belle esperienze nel mondo dei grandi. Mi piace la pressione, il pubblico, la responsabilità del risultato. In futuro mi piacerebbe tornarci, magari a un livello più alto. Ma non è una necessità: il settore giovanile mi dà tanto, mi stimola. Il mio obiettivo è continuare a migliorare, a crescere, a lavorare in contesti strutturati e di qualità”.
Alla fine, però, le soddisfazioni più vere non si contano sul tabellone. Per il coach i momenti più belli non sono rappresentati da un trofeo. “Ciò che resta davvero è vedere un ragazzo, dopo anni, e riconoscere in lui qualcosa che gli hai trasmesso. Rivedere in campo un gesto, un atteggiamento, un valore che sei riuscito a insegnare”.
Stefano Parpajola
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