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Scuole
21.09.2025 - 15:20
La notizia è stata accolta criticamente dai consiglieri di opposizione Elisabetta Baldi e Alberto Zorzetto che sono intervenuti in aula: «La decisione di non attivare una prima con metodo tradizionale, trasformando la Nievo in un plesso esclusivamente Montessori, non nasce da esigenze educative o da una visione lungimirante. È stata una scelta politica, fatta per non ammettere l’errore di avere investito quasi quattro milioni di euro sulla Don Milani di Turri (oggetto di una radicale riqualificazione, ndr), nonostante l’evidente calo demografico. Si è voluto a tutti i costi far partire un prima alla Don Milani, anche a costo di trasferire la Montessori alla Nievo, imponendo alle famiglie di scegliere: accettare il metodo Montessori oppure andare alla Don Milani, dove di fatto gli alunni seguono le lezioni in patronato».
«Esiste l’autonomia scolastica – è stata la replica dell’assessore alla Pubblica istruzione, Pier Luigi Sponton – Le scelte vengono fatte dalla dirigente e dal consiglio d’istituto, che sono sovrani. Noi non abbiano voce in capitolo. Sappiamo che alcune famiglie hanno deciso di mandare in propri figli ad Abano e ovviamente questo non ci fa piacere. Ma non possiamo intervenire su decisioni che spettano ad altri organismi, anche se abbiamo avuto degli incontri con la dirigenza scolastica».
In quanto alla ristrutturazione del plesso di Turri, giudicata sin dall’inizio dalle minoranze eccessivamente onerosa, Sponton ha proseguito: «Tutto il polo scolastico della frazione va salvaguardato, con il nido, la materna e la primaria».
Sulla questione è intervenuto infine il sindaco Riccardo Mortandello. «Contestate l’impegno economico che ci siamo assunti, ma nessuno è riuscito a provare che si poteva spendere di meno – si è rivolto all’opposizione – Se dovesse interrompersi l’intero ciclo scolastico nel comprensorio di Turri, dove li mandiamo i bambini, a casa vostra? Un asilo nido comunale, a differenza di quelli privati a cui eroghiamo comunque dei contributi, costerebbe molto di più. Se non manteniamo aperta la primaria, chiudono sia il nido che la materna. Invece di tre milioni e mezzo, dovremmo investirne otto. La Don Milani resta fondamentale», ha concluso il primo cittadino.
Federico Franchin
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