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16.11.2025 - 16:18
Il Palaberta a Montegrotto terme con l'impianto fotovoltaico
E’ il carattere solidale il valore aggiunto dell’iniziativa che punta a destinare al sociale i bonus generati. “Se sviluppate con un’impronta etica, le CER possono dive
Una missione etica e solidale, radicata nel territorio, ma anche un percorso complesso, fatto di lungaggini burocratiche e sfide di mercato sempre più pressanti. È il bilancio tracciato da Giorgio Bassan, ideatore e realizzatore della Comunità Energetica Rinnovabile Montegrotto Terme 1, di cui oggi è consulente tecnico, a pochi mesi dal riconoscimento della personalità giuridica ottenuto dalla Regione Veneto lo scorso giugno.
In 150 anni nel padovano temperatura a +1,55 gradi
Dal 1850 ad oggi la temperatura in provincia di Padova si è alzata, in media, di 1,55 gradi a causa delle emissioni di gas serra. “Ora o mai più, siamo chiamati ad invertire la tendenza”, ha sottolineato il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato, in occasione del convegno “Crediti di carbonio in agricoltura
“Da allora abbiamo avviato una serie di incontri con i cittadini dell’area termale e dei comuni limitrofi - racconta Bassan -. Il nostro obiettivo è sempre stato fornire un’informazione chiara, oggettiva e concreta sulle CER, spiegando sia le opportunità attuali che quelle future di queste nuove forme di aggregazione sociale”.
Durante gli incontri pubblici, l’associazione ha illustrato i vantaggi per chi decide di aderire a una comunità energetica: “Abbiamo spiegato che è possibile installare pannelli fotovoltaici usufruendo di un contributo PNRR del 40% a fondo perduto - sottolinea Bassan -. I benefici sono tangibili: risparmio in bolletta e un rendimento dell’investimento a due cifre, senza dimenticare i fondamentali vantaggi ambientali”.
Ma il valore aggiunto della CER di Montegrotto è il suo carattere solidale. “Per noi il potenziale sociale è cruciale - afferma Bassan -. Se sviluppate con un’impronta etica, le CER possono diventare uno strumento concreto contro la povertà energetica, che in Italia colpisce oltre due milioni di famiglie. La nostra missione è chiara: destinare tutti i bonus generati dall’attività della CER a opere di sostegno nel territorio”.
Il Direttivo è al lavoro per ampliare il raggio d’azione: “Stiamo perfezionando lo statuto per poter intervenire anche al di fuori dei confini comunali, così da estendere i benefici a un’area più vasta delle Terme Euganee”.
Sul piano tecnico e normativo, Bassan guarda con fiducia alle novità legislative: “Le CER saranno sempre più centrali nel panorama energetico, non solo nell’elettrico ma anche nel settore termico. La nuova direttiva sul Conto Termico 3.0, che finanzia interventi di efficientamento anche per le comunità energetiche, lo dimostra”.
Non mancano però le criticità. “I principali ostacoli burocratici sono di natura amministrativa – spiega –. I tempi sono lunghi, le risposte del GSE a volte contraddittorie, le connessioni alla rete complicate e le pratiche per impianti di una certa dimensione procedono a rilento”.
Ancora più insidiosa, secondo Bassan, è la sfida del mercato: “Come ha ricordato il dottor Matteo Mascia, la CER è un’azienda e deve essere gestita come tale. Ma noi ci troviamo a competere con grandi player privati, dotati di capitali e strutture commerciali imponenti, che offrono proposte ‘molto convenienti’ nei territori. Questa competizione impari rischia di spegnere l’entusiasmo di tanti volontari e di portare all’assorbimento delle nostre realtà in quelle che il mercato già chiama ‘super CER’.”
Nonostante tutto, Bassan mantiene fiducia nel modello comunitario: “Il nostro impegno continua – conclude – perché crediamo che una transizione energetica giusta e partecipata possa nascere solo dal basso, dalla collaborazione tra cittadini e territori”.
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