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SANITA'
16.11.2025 - 12:15
Foto di repertorio
Un intervento all’avanguardia per combattere l’ipertensione resistente ai farmaci è stato eseguito all’ospedale Mater Salutis di Legnago su un uomo di 58 anni della provincia di Verona. L’Ulss 9 Scaligera ha confermato il pieno successo della procedura, effettuata dal reparto di Cardiologia diretto dal dottor Giorgio Morando.
Si tratta della denervazione renale, una tecnica mininvasiva che utilizza radiofrequenze per “spegnere” parte delle fibre nervose che avvolgono le arterie renali, responsabili dell’aumento patologico della pressione sanguigna. Un’opzione terapeutica preziosa per quei pazienti – come il cinquantenne operato a Legnago – che non riescono a tenere a bada l’ipertensione nemmeno con terapie multiple. L’uomo era già stato colpito nei mesi scorsi da un infarto, che aveva richiesto una rivascolarizzazione coronarica.
A eseguire l’intervento è stata una squadra multidisciplinare formata dai cardiologi interventisti Alberto Zamboni e Francesco Bacchion. Accesso dall’arteria femorale destra, circa un’ora di lavoro in sala, procedura tecnicamente perfetta. Il paziente è stato mobilizzato già il giorno dopo ed è tornato a casa in ottime condizioni.
Un risultato significativo anche perché questa tecnica, in Veneto, era finora appannaggio quasi esclusivo degli ospedali universitari. Il suo approdo a Legnago è un segnale chiaro: la tecnologia cardiologica avanzata si sta diffondendo sempre più anche nei presidi territoriali.
Ma non è tutto: la settimana ha visto un’altra grande pagina della cardiochirurgia veronese. All’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, infatti, è stato effettuato un complesso trapianto di cuore su un paziente di 50 anni, al quale mesi fa era stato impiantato un cuore artificiale come soluzione temporanea.
L’operazione, durata dodici ore, è stata guidata dal professor Giovanni Battista Luciani, che ha coordinato l’équipe nella rimozione del cuore meccanico e nell’impianto dell’organo naturale appena disponibile. Un lavoro delicatissimo, che segna un traguardo clinico e simbolico: il trapianto arriva proprio nel quarantennale del primo trapianto cardiaco effettuato in Italia, realizzato a Padova nel novembre del 1985.
Secondo gli specialisti, il cuore artificiale ha agito come un perfetto “ponte”, mantenendo il paziente in condizioni sufficienti per poter affrontare la delicatissima operazione definitiva.
Due interventi diversi ma un unico fil rouge: la crescente eccellenza della sanità veronese, sempre più capace di coniugare innovazione, competenza e rapidità di intervento. Una realtà che continua a distinguersi nel panorama regionale e nazionale, capace di operare con efficacia sia nei grandi poli universitari sia nei presidi territoriali.
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