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Accadde oggi: 250 anni fa Mozart quindicenne è a Vicenza con il padre Leopold

Mozart

Ma quello che padre e figlio fanno a Vicenza in quel marzo 1771 è un mistero perché nelle lettere il - pur chiacchierone - papà non lo rivela

Quello che segue è il capitolo dedicato a Mozart a Vicenza, tratto dal mio libro "I segreti di Vicenza" uscito nel 2019 in edizione limitata, che racconta delle visite a Vicenza di 122 "vip della Storia" dai Romani sino ai giorni nostri Non tiene mai concerti in città o almeno non ce n'è arrivata prova. E sì che il quindicenne Mozart era già un personaggio ai suoi tempi: se avesse suonato all'Olimpico (come vuole la leggenda metropolitana, infondata, che gira in città) o altrove lo saremmo venuti a sapere. Wolfgang Amadeus Mozart è a Vicenza tre volte, al termine del suo primo viaggio in Italia, che dura dal dicembre 1769 al marzo 1771. Ha 14 anni e viaggia naturalmente sotto la guida del padre Leopoldo. Per i Mozart è un’occasione per conoscere persone e mettere in mostra il giovane genio della famiglia. E guadagnare soldi, in quanto i rapporti con la corte imperiale non vanno bene. Arrivano dal Brennero e Wolfgang tiene il primo concerto a Rovereto il giorno di Natale del 1769. Si fermano a Verona quindici giorni – entusiasma il concerto al Filarmonico il 5 gennaio 1770 – quindi si trasferiscono a Milano. A Milano, il conte Carlo Giuseppe Firmian chiede a Mozart un’opera per aprire la stagione successiva, dopo aver ascoltato entusiasta le sue composizioni su versi di Metastasio. Perché lo annotiamo? Ricordatevelo, c’è un motivo. A primavera arrivano a Roma. I Mozart visitano la Cappella Sistina e qui Wolfgang frega la Siae del tempo. Ascolta l’11 aprile e trascrive a memoria il famoso Miserere di Gregorio Allegri, un complesso lavoro corale in nove parti che non era ancora stato pubblicato. La notizia di questo straordinario exploit raggiunge anche il Papa. I brani eseguiti, infatti, erano di proprietà della Cappella Sistina e non si potevano diffondere. Nell'immagine, un Mozart già adulto: quando fu a Vicenza era quindicenne.

Durante il viaggio in Italia, Mozart scrive quel "Mitridate re di Ponto" che sarà ripreso in tempi moderni proprio a Vicenza nel 1984

Nel suo Grand Tour la famiglia Mozart arriva fino a Napoli da qui torna a Roma, dove incontra il papa che conferisce all’adolescente l’ordine dello Speron d’oro. A Bologna Mozart partecipa al concorso per entrare a far parte dell’Accademia Filarmonica, istituzione prestigiosissima a quel tempo. All’esame lo aiuta padre Giovanni Battista Martini, che paga anche la tassa per lui. La prova non va benissimo, Martini lo aiuta e alla fine pasa con un sei politico. A Milano ai primi del 1771 va in scena Mitridate re di Ponto, l’opera che gli era stata commissionata dal conte Firmian. Mitridate sarà poi replicato per la prima volta in tempi moderni al Festival mozartiano di Vicenza (nato da un’idea del sindaco di allora, Antonio Corazzin) nel 1984. In una lettera del 27 ottobre 1770 – un paio di mesi prima della rappresentazione del Mitridate – Leopold Mozart nomina per la prima volta Vicenza. I due stanno progettando il viaggio da Milano a Venezia, mettendolo in agenda per “dopo la metà di gennaio” 1771. L’intento è quello di raggiungere Venezia per il Carnevale, in modo tale da far esibire Wolfgang e incontrare i notabili veneziani (e per questo Leopold si lamenta della brevità dei festeggiamenti secondo il calendario di quell’anno). Nella foto, Mitridate re di Ponto andato in scena all'Olimpico per il festival mozartiano nel giugno 1984. 

Sulla strada per Venezia, i Mozart si fermano dal vescovo Cornaro, che regala ai due una somma di denaro e anche una tabacchiera

Le tappe previste sono Brescia, Verona e Vicenza: è perciò probabile che i Mozart abbiano visto, almeno di passaggio, Vicenza una prima volta in questa occasione. Nella lettera veneziana di Leopold del 1° marzo 1771 si apprende che il vescovo di Vicenza li conosce già bene. Il vescovo è Marco Giuseppe Cornaro, che prima di arrivare sotto il Berici era stato vescovo anche di Torcello. Leopold prevede di “doversi trattenere due o tre giorni” a Vicenza perché sua eccellenza non li lascerà “passare senza fermarsi a mangiare da lui” e appunto restare suoi ospiti “come minimo un paio di giorni”. I Mozart, quindi, hanno visto la Vicenza settecentesca di quegli anni. Ma non c’è prova che il genio abbia eseguito concerti in città, né all’Olimpico né altrove. Anzi, che cosa abbiano fatto a Vicenza oltre a essere ospiti del vescovo è un mistero. Lo è anche per Giorgio Erle, autore della ricerca originale sul grande musicista a Vicenza, in base alla quale è costruito questo articolo.

La tabacchiera con tutta probabilità è quella che Mozart vende disperato, ormai in miseria, come racconta Milos Forman nel suo film "Amadeus"

Il 6 marzo, in procinto di lasciare Venezia, Leopold si lamenta delle mutate condizioni meteo: dopo uno “schifoso giorno di pioggia” si augura che torni il bel tempo, “altrimenti il tratto di strada fra Padova e Vicenza (che di suo già non doveva essere molto confortevole, ndr.) sarà terribile. Basta!”. (in italiano nel testo). Leopold e Wolfgang lasciano Venezia martedì 12 marzo ma a tutti fanno credere di essere partiti il giorno prima per poter restare in pace almeno un giorno a fare le valigie. Ma il vescovo Cornaro viene a sapere dell’anticipo e così, scrive Mozart padre, “abbiamo dovuto pranzare da Sua Eccellenza Catarin Cornaro”. In quella occasione il vescovo regala ai due una piccola somma, utile per proseguire il viaggio e soprattutto quella “bella tabacchiera” che potrebbe essere la stessa che Wolfgang impegnò alla fine della vita ridotto in miseria, come racconta anche il film Amadeus. Nella foto, una scena del film con Amadeus che dirige.

Scrive Leopold: "Il 15 dovremo essere a Vicenza, non senza ragione". Ma quale sia non lo spiega

Il giorno dopo, il 13 marzo, evidentemente stanchi delle condizioni della strada, tornano a Padova in barca. A Santa Giustina Mozart esegue l’oratorio “La betulia liberata” su testo di Metastasio. Prima di raggiungere di nuovo Verona, e quindi il Brennero in direzione di casa, il giorno seguente i due si fermano ancora ospiti a Vicenza. Scrive il padre: “Domani, il 15, rimarremo qui a Vicenza, non senza ragione”. Quale sia la ragione, però Leopold non lo dice. A proposito di visitatori illustri, va annotato che Goethe e Mozart si sono incontrati. Naturalmente non a Vicenza. Avvenne nel 1763, in occasione di un concerto del bambino prodigio. Goethe lo ricorda così: “L’ho visto quando aveva sette anni. Io ne avevo circa quattordici e mi ricordo ancora molto bene del suo aspetto da piccolo uomo, con tanto di acconcia[1]tura e spadina al fianco”. (Antonio Di Lorenzo)  
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