Raffaele Consiglio, segretario generale della Cisl a Vicenza
Formazione, tavoli di concertazione, cura delle filiere produttive. Non si può lasciare l’iniziativa solo alle imprese. La politica deve riprendere l’iniziativa
Raffaele Consiglio, segretario generale della Cisl a Vicenza
Tavoli di concertazione, formazione, cura delle filiere produttive (distretti): sono le tre parole chiave indicate dalla Cisl per uscire dalla crisi causata dalla pandemia. Che cosa significhi in concreto lo spiega Raffaele Consiglio, 55 anni, friulano, da 16 anni a Vicenza e dal 2016 segretario generale della Cisl vicentina, 65mila iscritti, e prima dei metalmeccanici Fim. - Qual è la situazione lavorativa? “Sta lavorando solo il settore manifatturiero ad esclusione del tessile-moda. Le fabbriche stanno macinando, non si produce brillantemente, ma si lavora. I settori più colpiti invece sono le professioni e il consumo locale, ovvero il commercio e i servizi”. - Quindi stanno soffrendo le partite Iva, gli artigiani e i loro dipendenti? “C’è una forbice che si è allargata: ovvero c’è chi non ha lavorato per nulla e invece chi ha lavorato molto, non ha speso soldi e quindi ha risparmiato”. - Esiste un rischio sociale? “Si potrebbero creare delle tensioni sociali e non dobbiamo sottovalutarlo”. - Qual è la ricetta per uscirne? “La politica deve occuparsi di generare sviluppo: fino ad oggi si è lasciato tutto in mano all’iniziativa imprenditoriale. Oggi le imprese da sole non sono più capaci di creare investimenti e sviluppo. La politica locale deve essere in grado di dare degli indirizzi ben precisi, deve fare delle scelte a medio lungo termine. È un lavoro di programmazione sul piano dello sviluppo sociale ed economico che fino ad ora è spettato a Stato e Regioni, ma che deve rendere partecipi anche gli enti locali”. - Cosa vuol dire? “Anche Comune e Provincia devono diventare sedi progettuali per accogliere gli investimenti che arriveranno dall’Europa”. - Già, ma come? “Qui la politica ha grandi responsabilità: ci vogliono collegamenti tra enti locali e enti intermedi per costruire un progetto di sviluppo importante che è assolutamente necessario realizzare. Se la politica non lo riesce a fare allora mi appello alle categorie economiche e alle altre confederazioni sindacali. Assieme dobbiamo riuscire creare aree di sviluppo in provincia a partire dalle filiere. Vanno create realtà consortili per assistere e fare progetti sulle aree di sviluppo industriale locale e provinciale. È dovere di tutti (sindacati, associazioni di categoria, politica locale e regionale…) avere una visione, un progetto. Orientiamo il futuro che ci aspetta, diamoci un metodo assieme. È finita l’epoca delle lamentele verso il Governo o la Regione. Rimbocchiamoci le maniche”. (Francesco Brasco)
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