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Politica
29.10.2025 - 16:02
Nel claim della lista “Le Civiche Venete per Manildo presidente” è racchiuso tutto il programma: dare vita ad un progetto politico in grado di costruire un futuro sulla solida base della Costituzione, della scelta europeista e degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda ONU 2030”.
Questa mattina, nella Sala Verde del Caffè Pedrocchi, la presentazione dei candidati padovani. “La lista è frutto di una progettualità condivisa, avviata cinque anni fa con la candidatura di Arturo Lorenzoni alla presidenza della Regione, il cui denominatore comune è tenere assieme tutte le esperienze civiche presenti nei Comuni del Veneto”.
Questi i candidati padovani delle Civiche Venete per Manildo presidente: Arturo Lorenzoni, Annalisa Di Maso, Filippo Rosaspina, Evelyn Nwoakenye, Renzo Volpin, Sara Vanin, Giovanni Menegato e Rossella Cendron. “Formiamo una rete con una visione lungimirante. Siamo pronti a portare passione, competenza, serietà ed entusiasmo”.
Non un partito tradizionale, dunque, “bensì una rete stabile di movimenti civici che hanno scelto di mettersi insieme per incidere realmente sulle scelte della Regione e contribuire col valore in più proprio del civismo: la capacità di parlare a chi cerca un linguaggio fatto di concretezza, prossimità e responsabilità, il rifiuto delle posizioni ideologiche, una base di valori chiari e netti che mettano al centro la cura, l'inclusione, la prossimità e la partecipazione”.
Il civismo regionale si propone come antidoto alla politica calata dall’alto, sostituendola con una politica radicata nei territori, fondata sull’ascolto e sulla responsabilità condivisa. “Si tratta di un progetto che nasce per rinnovare profondamente il modo di fare politica, restituendo dignità ai servizi pubblici e aprendo spazi di inclusione: dalla sanità territoriale alla mobilità sostenibile, dalla transizione ecologica al sostegno alle imprese, fino all’investimento nella cultura diffusa, con l'obiettivo chiaro di dare risposte ai problemi quotidiani, senza ideologismi e senza promesse irrealizzabili”.
Cinque i pilastri fondanti: un Veneto di prossimità, un Veneto che crea, un Veneto che cresce, un Veneto che protegge, un Veneto che connette. “In primo luogo, la questione della salute, ormai ridotta ad una lunga attesa. Servono più medici, servizi territoriali e supporti alle famiglie”. E ancora: meno burocrazia, più incentivi e sostegno a chi crea valore e occupazione. La cultura, inoltre, deve vivere ovunque, non solo nei grandi centri: “Festival, biblioteche aperte, aule studio e turismo sostenibile; la Regione vive in ogni comunità”. Capitolo cementificazione. “Difendiamo il suolo e promuoviamo le comunità energetiche, nella logica di una reale transizione energetica”. La cifra delle Civiche Venete, inoltre, è rappresentata dalle connessioni: “Abbiamo la necessità di un trasporto pubblico veramente integrato, una ciclabilità sicura e connettività ovunque. Desideriamo un Veneto moderno e vicino”.
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