Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Padova, il primo trapianto di rene in Italia su paziente immunizzata

È stato utilizzato per la prima volta in Italia un nuovo farmaco che consente il trapianto anche in soggetti altamente immunizzati

È stato utilizzato per la prima volta in Italia un nuovo farmaco che, distruggendo gli anticorpi contro gli antigeni estranei presenti nel paziente, consente il trapianto anche in soggetti altamente immunizzati. E’ quello che è successo ad una donna di 43 anni che ha ricevuto il nuovo rene il 1° novembre. La signora attendeva un trapianto da 13 anni a causa di un grado di immunizzazione molto alto che rendeva impossibile trova un donatore compatibile. Presentava livelli altissimi di anticorpi HLA, molecole riconosciute come estranee dal nostro sistema immunitario e causa di rigetto iperacuto e immediato del trapianto. " In Italia sono 600 - 1300 solo in Veneto -  i pazienti in attesa di un trapianto. Di questi il 17% ha un alto livello di anticorpi contro gli antigeni anche dei potenziali donatori.  -  spiega il Direttore del Centro Direttore del Centro Trapianti di Rene e Pancreas di Padova, Prof. Paolo Rigotti  - La novità è che per la prima volta è stato utilizzato un farmaco che scinde gli anticorpi e li rende inefficaci permettendo quindi il trapianto anche a questi pazienti. "

Il farmaco

L’intervento è stato possibile grazie a un nuovo farmaco (IMLIFIDASE) in grado di distruggere gli anticorpi contro gli antigeni estranei presenti nella paziente e assicurarle così un nuovo trapianto di rene. Il farmaco, non ancora in commercio, ha ottenuto il parere favorevole del Comitato etico dell’Azienda Ospedale Università Padova per uso compassionevole ed è stato utilizzato per la prima volta in Italia e solo in 8 altri casi in Europa.

La testimonianza

Era presente come testimonial la ricevente trapiantata. Una donna di 43 anni che ha ricevuto il nuovo rene il 1° novembre presso l’Unità Operativa Complessa Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas. " Non ho mai perso la speranza. Ho sempre vissuto una vita normale come le altre persone, ho avuto una bambina che ora ha 6 anni. -  racconta commossa la Signora Mihaela -  Mi ricordo ancora la telefonata del 24 ottobre, non ci credevo della notizia. Quella sera mi sono sentita vuota dentro come qualcosa che dentro di me doveva cambiare. E' stato così. Ho una nuova vita e posso godermi la libertà che con la dialisi non potevo avere. Donare vuol dire vita!" La signora attendeva un trapianto da 13 anni a causa di un grado di immunizzazione estremamente alto che rendeva impossibile trovare un donatore compatibile: presentava infatti livelli altissimi di anticorpi HLA molecole riconosciute come estranee dal nostro sistema immunitario e causa di rigetto iperacuto e immediato del trapianto. Il trapianto ha avuto successo grazie alla sinergia tra èquipe chirurgica, anestesiologica ed infermieristica della Unità Operativa Complessa Chirurgia Trapianti Rene e Pancreas e alla collaborazione di Unità Operativa Semplice Dipartimentale Immunologia Trapianti, l’Unità Operativa Complessa Immunotrasfusionale e l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale Patologia del Trapianto di cuore e Medicina Rigenerativa dell’Azienda Ospedale Università di Padova e il Centro Regionale Trapianti diretto dal dott. Giuseppe Feltrin. Sara Busato
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione