venerdì, 26 Aprile 2024
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Scorzè, chiude lo storico allevamento di visoni

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Chiude lo storico allevamento di visoni di Scorzè, esasperato dagli attacchi delle associazioni animaliste e soprattutto sconfitto dalle restrizioni dovute al Covid-19.

Visoni

E proprio gli animalisti sono i primi ad esultare per il risultato da loro ottenuto. Con i primi dell’anno, Michele Caccaro si è dovuto arrendere; il titolare dell’allevamento di visoni in città (uno dei soli otto in Italia) ha deciso di mollare per le restrizioni imposte agli allevamenti a causa delle infezioni da Covid rilevate nei visoni in numerosi paesi del mondo e i casi conclamati di passaggio del virus dai visoni all’essere umano. ma, a quanto pare, anche per le pressioni delle associazioni per i diritti animali. A dicembre erano apparsi in tutta la città decine di manifesti che informavano i cittadini sulle problematiche etiche e sanitarie che comportano gli allevamenti di visoni, parte della campagna “Visoni Liberi” con cui da anni le associazioni ambientaliste chiedono al governo l’introduzione di un divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce. L’allevamento in via Tosatti era aperto da 35 anni e già in varie occasioni era stato al centro dell’attenzione ambientalista. “Una decisone attesa da molto tempo- dice Tatiana Zanotti della Lav: “Venezia è ora finalmente libera da un fenomeno anacronistico come la vendita di pellicce”. La chiusura dell’allevamento ha comportato, però, la soppressione di oltre mille visoni. “

”Ovviamente dispiace- prosegue Zanotti- ma quelle povere bestiole sarebbero purtroppo morte lo stesso se fosse andata avanti l’attività. In questo momento va sottolineato il fatto che si è interrotto il ciclo riproduttivo”.

Compreso Scorzè, sono otto gli allevamenti di visoni in Italia: tre in Lombardia a Calvagese della Riviera, Capralba e Capergnanica, due in Veneto (Scorzè e Villa del Conte), due in Emilia-Romagna a Galeata e Ravenna e uno in Abruzzo a Castel di Sangro. La popolazione dei visoni ammonta a oltre 60.000 animali che, ogni anno, vengono fatti nascere tra aprile e maggio per poi essere uccisi, col gas, tra dicembre e gennaio per ricavarne la pelliccia. Il coronavirus si sta diffondendo senza tregua negli allevamenti di visone in Olanda, Danimarca, Spagna, Svezia, e in un episodio anche nell’allevamento di Capralba ad agosto, rilevato a seguito di test diagnostici sugli animali dopo che un operatore è risultato malato di Covid-19.

In Europa, lo scorso anno, si sono registrati: focolai in più di 250 allevamenti con più di 6 milioni di visoni abbattuti con procedura d’urgenza e almeno un migliaio di casi di spillover visone-uomo, documentati con sequenziamento del genoma. “Il nostro allevamento ha avuto da sempre una esistenza sofferta- dice la sindaca di Scorzé, Nais Marcon. Il titolare ci aveva già avvisati della chiusura, e lo ringraziamo perché è sempre stato molto attento nel comunicarci la situazione sanitaria, e nel rassicurare la popolazione sul non esserci rischi”

Massimo Tonizzo