Scopri tutti gli eventi
13.03.2021 - 12:11
Ha detto di lui Filippo Sacchi: “L’omicidio Piccoli nel marzo 1921 è stato il primo vero omicidio di Stato del fascismo, tre anni prima del delitto Matteotti”. Ha ragione. Ma dell’omicidio Piccoli e della sua grande figura si ricordano in pochi, anche a Vicenza. Del resto Filippo Sacchi, giornalista, classe 1887, amico dei figli di Piccoli, ne parlò in uan conferenza al Rotary nel 1965. Sacchi è un’altra grande figura che Vicenza ha dimenticato: giornalista del Corriere, di cui per un breve periodo fu anche direttore dell’edizione pomeridiana, è il padre riconosciuto dei critici cinematografici italiani. Parola di Tullio Kezich. Antifascista convinto, amico di Mario Rigoni Stern che lo cita con nome e cognome nel suo Storia di Tönle, Sacchi fu licenziato due volte dal Corriere a motivo delle sue idee. La sua definizione della morte di Piccoli, assai calzante, è stata ricordata da Emilio Franzina nella sua appassionata conferenza sull’omicidio Piccoli – ma più in generale sulla sua figura – che è stata organizzata da Anpi, Istrevi, Accademia Olimpica. Nella foto, da sinistra Filippo Sacchi, Emilio Franzina e Domenico Piccoli.
Una caricatura di Domenico Piccoli disegnata nel 1909 da un autore rimasto sconosciuto e conservata alla Bertoliana Domenico Piccoli, come l’ha tratteggiato nella conferenza Franzina, è stato un vulcanico vicentino vissuto tra il 1854 e il 1921. Nato da una facoltosa famiglia di orientamento liberal progressista, divenne un socialista convinto negli anni Novanta. Anzi, addirittura il numero due, dopo Francesco Cabianca, patriarca dei socialisti vicentini a cavallo tra Ottocento e Novecento. Piccoli fu imprenditore, ingegnere, direttore di fabbriche e società: visse in Campania, nel Veneto, a Perugia, a Milano, in Calabria: Si recò due volte in Australia per fondare attività, tra cui un commercio di ceramiche napoletane. Era un uomo attento alle novità, tant’è che scrisse il primo manuale in Italia sull’uso del telefono, pubblicato con Hoepli nel 1882. Sul figlio Valentino, per la stessa casa editrice, nel 1932, curò la pubblicazione dell’opera omnia di Mussolini. Un altro figlio, Raffaello, fu discepolo di Benedetto Croce di cui divulgò il pensiero, e filosofo in Inghilterra, a Cambridge, ascoltato come un maestro dai colleghi inglesi e italiani, come l’economista Piero Sraffa. Il legame tra Piccoli junior e Croce diede modo al filosofo napoletano di definire Domenico così: “Soltanto un uomo come lui, animato da così profonda religiosità laica poteva non aver bisogno della religione”.
Consigliere comunale a Vicenza all’opposizione quando sindaci erano di destra, moderati o intransigenti, Domenico Piccoli fu il portabandiera degli aiuti vicentini nei giorni del terremoto del 1908 a Messina, ai quali contribuì di tasca propria anche Antonio Fogazzaro. La sua passione civica era tale che diventò anche consigliere comunale a Messina. Ma dal 1909 al 1914 fu assessore nella giunta di sinistra di Vicenza, definita “bloccarda” spregiativamente, con sindaco l’avvocato Riccardo Dalle Mole. Fu invece una giunta importante: basti pensare che nel 1911 aprì in un colpo solo sei scuole elementari a Vicenza, quattro delle quali sono attive anche oggi. In precedenza, Piccoli era stato battagliero protagonista in Consiglio comunale assieme a due altri laici e socialisti di primo piano, con i quali formava un terzetto incendiario: il professor Tito Buy, che fu il primo presidente del Vicenza calcio e il tipografo Luigi Faccio, che nel 1920 diventerà sindaco di Vicenza. Piccoli era sposato con Giulia Flora Mancini, donna coltissima, con la quale ebbe quattro figli. Solo uno visse a lungo, Luigi Lauro Piccoli che fortunatamente scrisse una memoria sul padre. Provò molte volte a essere eletto deputato ma ci riuscì solo nel 1919, assieme a Domenico Marchioro. Nella foto, la lapide in ricordo di Domenico Piccoli, murata sulla casa dove nacque in contrà Pasini 14 a Vicenza. Laureato in matematica prima e in ingegneria poi al Politecnico di Milano, fu dirigente in molte aziende, prima in Campania poi a Venezia; ma visitò anche la Londra industriale di fine Ottocento, il Belgio, Chicago nel 1894 dove assistette al grande sciopero da cui nacquero i sindacati dei lavoratori americani dell’azienda Pullman. Amico di Alessandro Rossi, riuscì anche a diventare direttore di scuole professionali quando fu confinato a Cosenza. Insomma, era una personalità poliedrica che esprimeva le sue idee con convinzione e vigore. Il suo valore l’aveva portato a diventare un riferimento anche nel gruppo parlamentar socialista alla Camera. Ma proprio per questo motivo finì nel mirino dei fascisti che lo uccisero. (a.d.l.) La conferenza di Franzina si può ritrovare integralmente a questo link sul canale youtube: https://www.youtube.com/watch?v=HLmOUF5Ydvk Edizione
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516