domenica, 28 Aprile 2024
HomeVicentinoBassanoVicenza, "Manola" con Brilli e Noschese diverte e fa ricordare Vitti e...

Vicenza, “Manola” con Brilli e Noschese diverte e fa ricordare Vitti e Falk della “Strana coppia”

Tempo di lettura: 4 minuti circa

“Manola” al teatro comunale di Vicenza fino a giovedì sera su testo della Mazzantini

Chiara Noschese e Nancy Brilli in una scena dello spettacolo finoa giovedì sera al comunale di Vicenza

“I difetti al femminile sono diversi da quelli degli uomini. E i rapporti tra due donne sono più crudeli rispetto a quelli tra gli uomini. Una donna sola in fondo fa ridere, ma quando le donne sono più d’una è tutta un’altra cosa”. Così commentava Monica Vitti la sua celebre versione de “La strana coppia” riscritta al femminile dallo stesso Neil Simon e portata in teatro con Rossella Falk alla fine degli anni Ottanta, con la regia di Franca Valeri. Era un testo che segnò il ritorno al teatro di Monica Vitti dopo vent’anni e che ottenne uno straordinario successo.

Quella stessa frase della Vitti potrebbe spiegare bene anche l’attualità. Non si può fare a meno, infatti, di ripensare a lei e alla Falk (almeno per chi, come chi scrive, le ha ammirate recitare quella commedia) assistendo a “Manola” con Nancy Brilli e Chiara Noschese anche stasera al comunale di Vicenza. Le coincidenze con il lavoro di Neil Simon sono molte. Prima di tutto le protagoniste con i loro caratteri diametralmente opposti: non sono molti i testi organizzati così. E poi perché anche in questo caso c’è una riscrittura e anche in questo caso, come per “La strana coppia”, la riedizione arriva quasi 24 anni dopo la prima uscita, scritta apposta da Margaret Mazzantini per Nancy Brilli nel 1998 e recitata assieme a lei a teatro.

“La Mazzantini ha una scrittura affilata, lo spettacolo si basa solo sulla recitazione”

Rossella Flak e Monica Vitti ne “La strana coppia” riscritta al femminile da Neil Simon

Come per Oscar e Felix della commedia di Broadway e come per i protagonisti del film che ne seguì con Walter Matthau e Jack Lemmon, i difetti – come peraltro i caratteri – delle due gemelle Ortensia e Anemone sono antitetici e complementari: l’una aperta, trasgressiva e brillante, l’altra oscura, pessimista e tormentata. Il contrasto, si sa, da Stanlio e Ollio in poi fa sempre nascere l’effetto comico, qui governato in tutte le sfumature del registro dalle due artiste che padroneggiano la scena e il copione con maestria.

“Il testo l’abbiamo scelto per il suo modo diverso di comunicare – spiega Nancy Brilli – perché tutto lo spettacolo si basa sulla recitazione. Potremmo essere ovunque, anche su un’astronave, non sarebbe cambiato niente”. Aggiunge Chiara Noschese: “Ne resto colpita ogni sera che vado in scena, perché la scrittura di Margaret è affilata, anche nella comicità ha sempre una maniera alternativa di arrivare al pubblico, non è mai scontata”.

I caratteri e i difetti delle protagoniste sono talmente opposti che alla fine si compenetrano e si trasformano l’una nell’altra

Nancy Brilli (in primo piano) e Chiara Noschese protagoniste di Manola

La storia è quella di due gemelle diverse che raccontano la loro vita a Manola, un’inesistente psicanalista-occultista che si nasconde nella quarta parete del teatro. Con lei le due attrici dialogano assai più che tra di loro. Le loro vite e i caratteri si incrociano nei mille episodi che scompongono il puzzle delle loro identità, ma via via che le due sorelle si confessano finiscono per compenetrarsi al punto di trasformarsi ciascuna nell’opposto di se stessa e, quindi, di diventare l’altra. Mutano totalmente vita, anche se alla fine il bilancio comune resta in pareggio, come le storie dei gemelli insegnano dai Maenecmi in poi. Qualcosa di simile, per continuare nella metafora, succede anche a Oscar e Felix della “Strana coppia” perché alla fine comunque il loro incontro-scontro cambia le loro vite pur restando ciascuno se stesso.

Poco meno di un’ora e mezzo di grande godibilità, quindi, con le attrici in forma smagliante (alcune macchiette di Chiara Noschese che svaria su diversi dialetti non possono che far ripensare al suo grandissimo papà Alighiero) e un testo che suggerisce anche qualche riflessione oltre a suscitare sorrisi e molti meritati applausi. La regia di Leo Muscato è sobria quanto efficace, con una scelta di musiche felice. Se, come annotava a margine di una mia intervista Nancy Brilli, lo sforzo dei teatranti oggi è ancora quello di far superare la paura del covid e di “stanare” le persone dalle case, con “Manola” la fatica degli uni e la presenza degli altri è ben ripagata. (a.d.l.)