domenica, 28 Aprile 2024
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Rovigo, riceve una lettera scritta dalla nonna 70 anni dopo

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La commovente storia di Laura Visentin. Riceve una lettera scritta dalla nonna 70 anni fa, ai tempi della grande alluvione di Rovigo

Una storia, di quelle commoventi, ha per protagonista la rodigina Laura Visentin, che ha ricevuto una risposta a dir poco inattesa, relativa al periodo dell’Alluvione del Po. Lo scorso anno, in prossimità dei 70 anni della ricorrenza dell’anniversario della rotta del Po, la signora Laura con l’amato nipote Mirco avevano eseguito una piccola ricerca, risalente al 14 novembre 1951, giorno della tragica alluvione in Polesine.

La lettera si trovava nell’archivio storico comunale di Trebaseleghe (PD)

“Mi ha chiesto di rintracciarle il sindaco di Trebaseleghe – racconta il signor Visentin – e da li nasce una storia incredibile. Mia zia ha infatti scritto una lettera al sindaco Antonella Zoggia, raccontando la sua storia di bambina di 8 anni, che con parte della famiglia venne sfollata nel Comune padovano. Nello scritto ha ricordato gli aneddoti dei giorni vissuti lì, citando persone, fatti, luoghi, emozioni vissute, spinta dal ricordo dell’anniversario che si stava svolgendo alla fine dello scorso anno”. Una storia normale probabilmente, e che forse hanno in molti da raccontare, ma la cosa bella è ciò che poi è nato, tra il sindaco Zoggia e la signora Visentin. “Il sindaco infatti si è interessata alla vicenda, telefonando a mia zia per ringraziarla e per leggerle una lettera, trovata nell’archivio storico comunale. Con grande stupore, si tratta di una lettera scritta da sua madre, ossia mia nonna, nella quale si chiedeva il sostentamento economico, pari a 50 lire giornaliere”.

Visentin: “Trebaselghe deve essere orgogliosa di quello che ha fatto

Molto emozionata Laura, che ha 78 anni e vive con il marito Domenico Valente, sposato nel 1965. “Da almeno vent’anni a questa parte, in prossimità della ricorrenza della tragica alluvione, ero solita scrivere al sindaco di Trebasaleghe, ma poi decidevo di stracciare la lettera, in quanto temevo che non venisse letta. Questa volta invece ho deciso di spedirla. Avevo 8 anni all’epoca dei fatti. A quell’età non capisci un certo tipo di disgrazie. Mi sentivo importante. Giocavo con i bambini al teatro, c’era ogni ben di Dio, con frutta, verdura e dolci. Ero gracilina. Da Arquà ero partita assieme a mamma, nonna, nonno, zia e cugini. Ricordo tutto di quel periodo. Frequentavo le scuole elementari, nel palazzo dove ora c’è il municipio. La comunità di Trebaselghe deve essere orgogliosa di quello che ha fatto. Il sindaco mi ha spedito due libri sulla storia del paese: davvero molto belli. Sono estroversa e comunico molto. Siamo partiti con l’aiuto della ditta di trasporti Pasqualini, fino alla stazione dei treni di Rovigo. Da qui ci siamo diretti a Trebaselghe, con cambio obbligatorio a Padova. Abbiamo trovato accoglienza in un albergo, con la cena già pronta. Tutte le persone chiedevano come stavamo. Per un mese e mezzo siamo rimasti ospiti della famiglia Andreetta. Mio nonno della famiglia Gramignan, zia e cugini da un’altra famiglia. Mia zia e il nonno sono rimasti fino a fine gennaio 1952”.

Le grandi amicizie strette a Valbona

Laura ricorda di avere fatto amicizia con Ludovico, il figlio del farmacista, e con Adriana, Renato, Annamaria, figli della famiglia che l’ha ospitato. “Ho frequentato l’inizio della terza elementare: recitavo le poesie, ricevendo sempre regali. Mi sono trovata meglio lì, che a Valbona, dove siamo arrivati per Natale, in quanto avevano già iniziato i numeri decimali. Sono rimasta più in amicizia con quelli di Valbona, essendo più vicini ad Arquà. Ferdinanda Zoia è stata la mia santola. Mio padre, con il bestiame ha passato l’Adige a Ca’ Morosini, ed è stato accompagnato a Valbona di Lozzo Atestino, ospite della famiglia Zoia, vicino al castello. Assieme a lui anche mio fratello Lino, di nove anni più grande di me”.

Marco Scarazzatti