domenica, 1 Ottobre 2023
 
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“Trentatré ritratti raccontano la Venezia che esiste e che resiste”: mercoledì la presentazione del libro all’Ateneo Veneto

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“Venezia non è solo la città delle infinite meraviglie da ammirare. O la città da detestare per l’abnorme numero di visitatori che l’inondano. È la città dei suoi abitanti. Dei veneziani” si legge nella descrizione del volume.

“Il nostro libro è un mosaico veneziano che dà l’idea di una città del passato, del presente e del futuro, una città che esiste e resiste senza diventare un parco tematico o una Pompei dei nostri tempi”. Sono queste le parole di Guido Moltedo, curatore insieme a Jandira Ludmila Moreno Do Nascimento del volume “È la nostra città. Trentatré ritratti raccontano la Venezia che esiste e che resiste”. La presentazione del libro è in programma per mercoledì 7 giugno alle 18 nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto.

Guido Moltedo, da dove nasce l’idea di questo volume e qual è il suo obiettivo?

Il nostro desiderio era quello di contribuire a una narrazione di Venezia diversa da quella dominante, ovvero una città che sta per scomparire a causa della minaccia del mare e dell’overtourism. In parte è così, ma allo stesso tempo ci sono tanti elementi che vanno nella direzione opposta e che raccontano una città del nostro tempo, vitale, viva grazie alle tante persone che le danno lustro e con un futuro “nonostante tutto”. Dal punto di vista pratico, si tratta di una carrellata di ritratti che noi abbiamo pubblicato nel corso del tempo sulla rivista Ytali.com e che abbiamo deciso di raccogliere su carta.

Come mettere in contatto la “Venezia invisibile” con quella turistica?

Penso che sia necessario creare delle situazioni che in qualche modo bilancino l’industria turistica. È innegabile che il turismo sia una risorsa molto importante per la città, sia per la città d’acqua sia per la città di terraferma, ma esistono e vogliono far sentire la loro voce anche le altre attività esistenti come l’artigianato o la ricerca.
Oltre a importanti iniziative imprenditoriali che guardano al futuro, io credo anche nello smart working. Penso che a Venezia possa essere una leva economica importante, spingendo persone da varie parti del mondo a vivere e lavorare in città. In questo modo si creerebbero delle situazioni collettive dove persone diverse lavorerebbero insieme. Inoltre lo smart working faciliterebbe anche la vita di tanti veneziani che potrebbero rimanere nella loro città a lavorare.
La crescita del turismo è un fatto mondiale e dei 63 milioni di turisti che arrivano in Veneto si può immaginare che la metà vada a Venezia e che l’altra metà passi almeno per una visita. Pertanto, nella situazione in cui ci troviamo, il turismo non va demonizzato bensì “intelligentemente contrastato”, non con slogan ma con azioni. In breve, ci sono delle possibilità nuove offerte dalla tecnologia, dalla scienza e quant’altro per far sì che Venezia sia una città diversificata, con il turismo come risorsa dominante.

Cosa spinge i veneziani a restare e cosa ad andarsene?

Penso che i veneziani siano estremamente attaccati alla loro città, forse più di quanto accada altrove perché se ci si ferma un attimo a riflettere si comprende che vivere in un’isola è una scelta che non farebbe nessuno. Eppure è proprio questa la ragione per cui molti vogliono restare a Venezia.
Oggi rimangono nella parte principale della città 50mila persone che a mio parere sono poche, ma allo stesso tempo tante considerando tutte le avversità che può vivere un veneziano, soprattutto nelle parti più turistiche della città. A questo numero vanno aggiunte anche le persone che vivono a Venezia anche se non in modo permanente. Quindi in linea di massima a Venezia vivono 70-80mila persone, un numero non basso.
Considerati questi elementi, io sono ottimista. “Venezia esiste e resiste” come recita il sottotitolo del libro perché, anche se questo tipo di resistenza è lontana da quella storica, è innegabile che Venezia sia sottoposta a degli stress che le altre città non vivono.
Insomma, ci sono tanti aspetti che vanno messi sotto la lente di osservazione, altrimenti il risultato è che finiscono sotto i riflettori solo le avversità, senza considerare invece gli aspetti più positivi.

I ritratti contenuti nel volume sono quelli di Arrigo Cipriani, Luigi Nono, Fabio Carrera, Roberto Carlon, Antonella Magaraggia, Daniele Del Giudice, Guido Capitanio, Davide Pusiol, Carlo Capovilla, Adolfo Povolieri, Franco e Angela Sonzogno, Maggie Siner, Peg Boyers, Servane Giol, Tony Pagliuca, Marco “Furio” Forieri, David Pintor, Luigi Divari, Carla Vasio, Palma Gasparrini, Bruce Miller, Sergio Tagliapietra (Ciaci), Giuseppe Fongher (Bepi), Alvise Zorzi, Franca Polacco, Gianni Toniolo, Leopoldo Pietragnoli, Maria Luisa Semi, Olga Manente, Giacinto Gallina, Abbondio Rezzonico e Smart Worker.

Gli autori sono Antonella Baretton, Marita Bartolazzi, Michela Camozzi, Francesco Erbani, Irina Inguanotto, Giovanni Innamorati, Giovanni Leone, JoAnn Locktov, Barbara Marengo, Claudio Madricardo, Marco Milini, Franco Miracco, Guido Moltedo, Paul Rosenberg, Giovanni Sampaolo, Giuseppe Tattara, Silvio Testa, Sandro Vigani e Pieralvise Zorzi.

La presentazione di mercoledì sarà scandita dall’intervento degli autori e dei personaggi narrati nel volume intervallati dagli interventi musicali di Giovanni Dell’Olivo.

Marika Andreoli

 
 
 

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