Il tema del fine vita discusso dal consiglio regionale del Veneto, con la proposta di legge per la regolamentazione dei tempi rispedita in Commissione, ha creato una vera e proprio spaccatura all'interno dei partiti.
Da un lato la Lega, con una gran fetta di consiglieri regionali che hanno deciso di non seguire il Goverantore veneto, Luca Zaia. Anche all'interno del partito Democratico però le cose non vanno molto meglio. Sommersa da una pioggia di critiche è stata anche la consigliera regionale Anna Maria Bigon la quale in Consiglio Regionale ha deciso di astenersi dal voto, di fatto quindi facendolo valere come un no. "Astenersi o non votare, dal punto di vista politico sarebbe stata la stessa cosa. Bastava uscire dall'aula per non danneggiare i compagni di partito. Anna Maria Bigon ha evidentemente scelto di farlo" ha commentato il collega Jonatan Montanariello arrabbiato per la sua scelta. Tanta era infatti la rabbia che immediatamente dopo la chiusura del consiglio regionale ha rassegnato le dimissioni da vice capogruppo del Pd. Punta il dito contro Bigon anche la capogruppo del partito democratica in consiglio regionale, Vanessa Camani, accusandola di aver usato le stesse motivazioni del centro destra, come quelle dei consiglieri come Formaggio e Valdegamberi. "Non credo che sarà sanzionata ma di certo ne discuteremo- ha dichiarato Camani, che ha poi aggiunto che: "La cosa davvero grave e che cozza con l'etica e la coscienza è aver danneggiato la sua comunità politica, i suoi colleghi del gruppo consiliare e del partito".
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