domenica, 28 Aprile 2024
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Addio a Lorenzo Busatto, è l’ultimo direttore dello zuccherificio di Bottrighe

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Brillantemente laureato in ingegneria a Padova, subito dopo la guerra venne chiamato dalla famiglia Montesi come ingegnere chimico allo zuccherificio di Bottrighe e a soli trent’anni era già direttore

Profondo cordoglio a Bottrighe per la scomparsa di Lorenzo Busatto, l’ultimo direttore dell’ex zuccherificio di Bottrighe. Brillantemente laureato in ingegneria a Padova, subito dopo la guerra venne chiamato dalla famiglia Montesi come ingegnere chimico allo zuccherificio di Bottrighe e a soli trent’anni era già direttore. Temporaneamente, mantenendo tale incarico, lavorò anche negli stabilimenti di Pontelongo e Foggia. Sposato con Iole Ferrarese, il primo figlio Domenico nacque prematuro e per il troppo ossigeno dell’incubatrice rimase privo di vista.

Ha solo 14 anni Domenico, quando morirà la madre. Lorenzo incontra poi Gianna Carrara che diventa sua compagna di vita per oltre trent’anni, che perderà però nel 2002 causa un male incurabile. Grazie all’aiuto del cugino Gastone Ferrarese, che traduce per il figlio i testi scolastici in braille, prima al liceo classico, poi all’università, Domenico si laurea in lettere con 110 e lode. Si sposerà con Ester, originaria delle Filippine, ma nel 2010 un’altra tragedia colpisce la famiglia, Domenico scompare a soli 51 anni. Da quel momento Lorenzo vive per fare qualcosa di bello in sua memoria. Dopo lo tsunami del 2013, che fortemente colpisce le Filippine, si reca in quel paese insieme ad Ester e contribuisce, in memoria del figlio, alla ristrutturazione di un asilo. In sua memoria fa intitolare anche la biblioteca dell’Ulss di Adria dove Domenico aveva lavorato.

A 80 anni accetta di fare il presidente del Lions club di Rovigo, in cui milita da molti anni. Partecipa insieme al suo grande amico Beppe Melloni ad un progetto di trasformazione delle noci di cocco in olio in Mozambico, nella provincia di Beira, per i padri Comboniani. La vita di Lorenzo Busatto è stata costellata di grandi successi e di grandi tragedie, ma anche davanti alle avversità non si mai abbattuto, né fermato, sempre con la forza di andare avanti e fare nuovi progetti, anche dopo i novant’anni, portati sempre bene, con la patente, sino all’ultimo giorno.

Roberto Marangoni