“Non sono mai stata disponibile a fare il candidato del PD, che non deve scegliere tra me e qualcun altro”. Così Silvia Menon smentisce la sua candidatura per le elezioni a Rovigo
“Se volessi candidarmi sindaco di questa città lo avrei già annunciato. In questi ultimi anni abbiamo visto una città spegnersi sempre di più e un’amministrazione, l’ennesima, accartocciarsi sulle divisioni interne con la presunzione di alcuni di bastare a sé stessi e la convinzione di non doversi confrontare con nessuno – spiega Menon -. Questioni di merito che passavano in secondo piano, superate dalle battaglie dell’ego, prevalenza della forma sulla sostanza. Intanto la città cade a pezzi (piscina chiusa, Iras verso la privatizzazione, vigili con la pistola, massimo consumo di suolo e ad ogni pioggia allagamenti) nell’indifferenza e incapacità di chi era chiamato a risollevarla”.
“Credo ci sia bisogno di un grande cambiamento – prosegue -: meno racconti, meno finzioni, più autenticità. Invece in questa campagna elettorale vedo ancora personalismi e divisioni. L’incapacità di lavorare insieme sembra volerci negare la speranza di un futuro migliore. Invece ce lo meriteremmo. Comunque non è mai troppo tardi per cambiare, bisognerebbe parlare di idee stimolando gli altri a fare meglio. Servirebbe pensare ad un’opera condivisa. Nessuno si salva da solo, nessuno basta a sé stesso. Occorrerebbe dare una risposta alla domanda del singolo coniugandola al plurale”.
E precisa: “In questi mesi abbiamo ricevuto molte proposte, a 360 gradi, da tutte le parti. Ringrazio chiunque abbia pensato a noi per il futuro di questa città, dimostrazione che la coerenza e credibilità delle nostre liste civiche è riconosciuta da tutti, ma mi limiterò ad andare a votare, sperando nel meglio per la mia città. Né da attore e né da spettatore mi sono mai augurata altro che il bene della mia città. Attendo e spero in volti nuovi desiderosi di contribuire ad un’opera collettiva: la nostra città”.
Giorgia Gay