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Memoria e impegno per la pace: Padova celebra il 4 novembre

Il sindaco Giordani: onoriamo i caduti della Grande Guerra e riflettiamo sull’attualità delle Forze Armate, al servizio della pace e della diplomazia

In occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, il sindaco Sergio Giordani ha preso la parola per ricordare i caduti della Prima Guerra Mondiale e riflettere sull’importanza delle Forze Armate italiane oggi. “Un saluto a tutte le autorità civili, militari e religiose, ai rappresentanti delle associazioni dei combattenti e a tutti i cittadini riuniti,” ha esordito Giordani, accogliendo con particolare gratitudine il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari e il senatore Antonio De Poli.

Padova, città che ha avuto un ruolo strategico nella Grande Guerra, ospitò i Comandi Militari Italiani e vide la firma dell'armistizio presso Villa Giusti. La città diventò anche un importante centro di soccorso, con venti ospedali militari allestiti in breve tempo. “Il costo in vite umane fu altissimo,” ha ricordato Giordani, sottolineando come quel sacrificio abbia contribuito a plasmare l’identità nazionale italiana. Il sindaco ha poi commemorato i “ragazzi del ’99,” giovani soldati la cui memoria resta viva anche grazie ai monumenti locali, come quello dell'Università di Padova, che riporta i nomi dei 200 studenti caduti.

Giordani ha poi lodato il ruolo delle Forze Armate, impegnate oggi in missioni di stabilità e pace in diverse parti del mondo. Quasi 12.000 militari italiani operano all’estero, molti di loro coinvolti nella missione ONU UNIFIL in Medio Oriente. Il compito delle Forze Armate, ha sottolineato, è difendere la nostra democrazia e sostenere il diritto internazionale, mai come oggi messi alla prova da un contesto mondiale instabile.

Il sindaco ha anche richiamato l’articolo della Costituzione che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie, riaffermando la necessità di diplomazia e dialogo. “Purtroppo, il rifiuto della guerra sembra oggi vacillare,” ha osservato, ricordando le parole del Cardinal Martini: “solo se ogni popolo guarda il dolore dell’altro, la pace si avvicina.” Giordani ha concluso il discorso con un appello alla responsabilità collettiva per spingere verso la pace, auspicando che luoghi come il Piave, simbolo di tante giovani vite spezzate, non debbano mai più assistere al dramma della guerra.

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