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EMERGENZA CASA. ADRIA 2/2
07.04.2025 - 12:17
Sentiamo dire che la crisi della casa non risparmia il Polesine. Ci racconti la situazione reale?
Purtroppo, è un problema che riguarda tutta la zona in modo omogeneo. Gli affitti sono bloccati, mentre il costo delle case in vendita è diventato proibitivo rispetto agli stipendi attuali. E chi ci prova a chiedere un mutuo, spesso si scontra con rate impossibili da sostenere.
E il patrimonio immobiliare pubblico? Potrebbe essere una soluzione?
Sulla carta abbiamo un bel po' di case pubbliche, il problema è che tante sono vecchiotte e avrebbero bisogno di una bella rinfrescata, se non proprio di lavori importanti. Se non ci si investe, restano lì inutilizzate o poco appetibili
Si dice che l'arrivo di Amazon abbia avuto un impatto sul mercato degli affitti. È vero?
Sì, Amazon ha portato occupazione nella zona, ma la maggior parte dei contratti di lavoro è a termine. Questo rende difficile per molte persone accedere a una casa, perché i proprietari temono di affittare a chi non ha garanzie di reddito stabile. Di conseguenza, la domanda cresce, ma l’offerta resta limitata.
Il vostro aiuto come Caritas in quale ambito interviene?
Ci occupiamo di coordinare la promozione umana ovvero tutti quei servizi destinati alle persone che si trovano in una situazione di disagio. In Polesine ci sono tantissime persone che soffrono. Se poi andiamo a vedere cos’è la povertà non solo dal punto di vista economico ma anche in termini di mancanza di relazioni, mancanza di possibilità di accesso all’istruzione, della mancanza di un lavoro, quel numero non descrive una situazione ben più grave. Non abbiamo un piano specifico per la questione abitativa, ma sosteniamo le famiglie più fragili intervenendo nei singoli casi. Ad esempio, abbiamo aiutato una famiglia in difficoltà riorganizzando gli spazi di una canonica inutilizzata e trasformandola in una casa, in cui ancora oggi vive. Inoltre, supportiamo chi, pur avendo la possibilità di pagare un affitto, non riesce ad anticipare le mensilità richieste, che sono recentemente aumentate da tre a cinque. Infine, siamo intervenuti anche con prestiti per il pagamento delle bollette, il cui costo è cresciuto negli ultimi anni a causa della situazione geopolitica europea.
Quali soluzioni si potrebbero adottare per migliorare la situazione?
L’emergenza abitativa è un problema nazionale. Serve una volontà politica forte e incisiva. Una soluzione nell’immediato non esiste. Servirebbero politiche di edilizia sociale più incisive, incentivi per ristrutturare gli alloggi pubblici e interventi per sbloccare il mercato degli affitti. Anche una maggiore stabilità lavorativa aiuterebbe a rendere il settore immobiliare più accessibile.
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