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La sentenza del Consiglio di Stato

Adria: il Consiglio di Stato chiude la vertenza tra il Centro Servizi Anziani di Adria con l’IPAB Danielato

Vittoria su tutta la linea per l’ente adriese

Centro Servizi Anziani di  Adria

CSA Adria

Il Consiglio di Stato mette la parola fine alla controversia tra il CSA di Adria e l’IPAB Danielato di Cavarzere, confermando la legittimità della risoluzione della convenzione per grave inadempimento. La struttura adriese non dovrà versare alcuna penale. L’ex presidente Mori rivendica la correttezza delle scelte adottate durante la pandemia e invita la politica a sostenere l’ente  

Adria- Ora è veramente finita. La lunga disputa legale tra il Centro Servizi Anziani di Adria e l’IPAB Danielato di Cavarzere si è conclusa con una netta vittoria per l’ente adriese. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso dell’IPAB cavarzerana, confermando la sentenza del TAR del Veneto che già nel 2022 aveva riconosciuto la legittimità della decisione del CSA di Adria di risolvere la convenzione con l’IPAB Danielato per grave inadempimento, a partire dal 1° gennaio 2020.

Di conseguenza, la struttura adriese non dovrà corrispondere i 90.768,73 euro richiesti dall’IPAB di Cavarzere per presunta risoluzione anticipata della convenzione, che era originariamente prevista in scadenza al 31 dicembre 2022.

Il Consiglio di Stato ha sancito un punto chiave della controversia, dichiarando che: “l’inadempimento rispetto all’impegno concordato trova conferma dai concomitanti impegni assunti dalla medesima persona presso altre strutture (Ipab Francesco Beggiato di Conselve e Ipab Opera Pia Francesco Bottoni di Papozze come da deliberazioni n. 16/2019 e n. 13/2019), con la evidente conseguenza che una pluralità di strutture presso cui lo stesso dott. Badiale era chiamato a svolgere la propria attività lavorativa, incideva in termini evidenti sulla effettiva possibilità di mantenere gli impegni assunti e non modificati a seguito di tali ulteriori incarichi. In definitiva, la valutazione svolta dalla sentenza impugnata risulta, oltre che logicamente fondata e motivata, basata sulle risultanze in atti. In ragione di quanto esposto il ricorso in appello deve essere respinto.”

Una motivazione che chiude definitivamente ogni dubbio sull’operato del precedente Consiglio di Amministrazione del CSA di Adria, presieduto da Simone Mori e composto da Graziella Braghin, Simonetta Menini, Mauro Colombo e Daniela Pasquali (quest’ultima oggi ancora in carica). Il gruppo, all’epoca dei fatti, prese una decisione difficile ma necessaria, nel pieno dell’emergenza pandemica.

La rottura con Danielato riguardava la condivisione della figura del Direttore, prevista da una convenzione avviata nel 2016 e progressivamente estesa ad altre strutture (da tre a cinque), senza che fosse mai redatto un nuovo atto ufficiale di modifica. Inoltre, la convenzione veniva puntualmente disattesa.

La decisione del vecchio CdA ricevette il plauso dei lavoratori e del Consiglio Comunale, allora guidato dal sindaco Omar Barbierato, anche se non mancarono le critiche da chi oggi siede in maggioranza nel governo cittadino.

L’ex presidente Mori –si legge in una nota ufficiale-ha  voluto esprimere gratitudine all’Avv. Ludovica Bernardi e allo Studio Legale Garofalo di Padova, per il supporto ricevuto in questi anni difficili. Ha inoltre sottolineato che solo un Consiglio coeso e indipendente dalla politica può garantire risultati solidi per il bene dell’Ente: “La politica deve supportare il CSA, non cercare di comandarlo.”

Mori ha anche ricordato l’importanza di ritornare quanto prima alla piena capienza di 200 ospiti, come previsto dal piano di rientro approvato dalla Regione tramite il CRITE (Commissione regionale per l'investimento in Tecnologia ed Edilizia)

Mori chiude con un auspicio: che le consigliere Romani, Pasquali e Campioni trovino piena condivisione nel CdA con Rossi e Casellato, “perché l’Ente ha bisogno di unità e non di fratture interne, soprattutto in un momento in cui i nodi economici post-pandemia ed energetici restano ancora da sciogliere”.

Guendalina Ferro

 

 

 

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