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Diga sul Vanoi: un progetto contestato tra sicurezza e ambiente

La presentazione del Consorzio Brenta solleva polemiche tra sicurezza idrica e impatti ambientali

Diga sul Vanoi: un progetto contestato tra sicurezza e ambiente

Torrente Vanoi

Ieri, 29 agosto 2024, il Consorzio Brenta ha presentato alla stampa il progetto della diga sul Vanoi, suscitando immediate reazioni e polemiche. Durante l'evento, il presidente del consorzio ha rilasciato interviste alle televisioni regionali, criticando apertamente la Provincia Autonoma di Trento per la diffida emessa contro l'opera. Secondo il presidente, la diga è "assolutamente indispensabile" non solo per la sicurezza del fiume Brenta, ma anche per prevenire catastrofi naturali come la tempesta Vaia.

LA VOCE DEL TERRITORIO: UN SILENZIO ASSORDANTE
Ciò che ha colpito maggiormente è stata l'assenza di qualsiasi riferimento alla forte opposizione proveniente dal territorio bellunese. Quasi 5000 persone hanno firmato una petizione contro la costruzione della diga in meno di un mese, ma questo dato è stato completamente ignorato. Anche enti come il Club Alpino Italiano (CAI) e i comuni interessati hanno espresso un netto rifiuto, ma nulla di tutto ciò è stato menzionato. Il comitato di Bassano, che rappresenta una parte significativa della popolazione locale, è stato addirittura escluso dalla sala stampa, mettendo in discussione il principio di partecipazione.

VENETO CONTRO TRENTINO: UNA NARRAZIONE PERICOLOSA
La strategia del Consorzio Brenta sembra voler mettere il Veneto contro il Trentino, ma è una narrazione che funziona solo per i suoi sostenitori più fedeli. Il Bellunese, parte integrante del Veneto, ha già formato un comitato che unisce le due regioni in un fronte comune contro la diga. Nel mese di settembre, accanto al dibattito pubblico, sono previste numerose iniziative nel Bellunese e nel Bassanese per sensibilizzare la popolazione sui rischi e i danni che l'opera potrebbe causare.

UN PROGETTO CONTROVERSO: TRA SICUREZZA E MEMORIA STORICA
La maggioranza dei bellunesi vede la diga come una violenza all'ambiente e alla storia della montagna. Il progetto è percepito come un esempio di revisionismo scientifico che ignora le lezioni del passato, come la tragedia del Vajont che causò 1917 morti. Il presidente del consorzio ha citato un progetto del 1970 per una diga sul Vanoi, abbandonato a causa di rilievi geologici che certificavano la franosità dei versanti. Questo precedente solleva ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza del nuovo progetto.

INIZIATIVE E MOBILITAZIONE: LA VOCE DEI CITTADINI
Il comitato Vanoi, insieme a figure politiche e scientifiche, continua a sensibilizzare la popolazione. Venerdì 7 settembre, al centro AMO di Lamon, si terrà un incontro pubblico con l'eurodeputata Guarda, che ha già denunciato il progetto alla Commissione Europea per la violazione di sei normative europee. Saranno presenti anche Faustino Mezzalira, che parlerà di alternative sostenibili per ricaricare le falde acquifere, e il consigliere Masolo. La mobilitazione proseguirà con gazebi informativi e raccolte firme, che hanno già raggiunto un numero impressionante grazie all'attivismo dei cittadini.

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