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Futuro idrico incerto
14.03.2025 - 17:00
Massimo Bortoluzzi, consigliere delegato al demanio idrico
Il Servizio Acque della Provincia di Belluno ha delineato oggi, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Piloni, le linee guida delle sue attività per il 2024, con attenzione particolare alla gestione delle risorse idriche e agli sviluppi tecnici e politici legati alla diga del Vanoi e al mini-idroelettrico. In un contesto di continua evoluzione normativa e di sfide ambientali, l'ente provinciale si prepara ad affrontare numerose questioni cruciali per il territorio.
La questione della diga del Vanoi rappresenta uno dei temi principali di discussione per la Provincia. Il Servizio Acque ha intrapreso una strenua difesa, sia politica che tecnica, contro la realizzazione dell'invaso, esprimendo forte contrarietà con delibere approvate dal Consiglio Provinciale (ottobre 2023 e maggio 2024). La Provincia ha partecipato a numerosi incontri pubblici, avanzando osservazioni dettagliate per proteggere il territorio e le sue risorse. In una revisione recente dei progetti legati alla diga, i risultati sembrano premiare gli sforzi della Provincia, con il passaggio dall’idea di una grande diga a nuove proposte per sistemi irrigui, in linea con le richieste avanzate dal Servizio Acque.
Un altro tema caldo per il 2024 riguarda i piccoli impianti di produzione idroelettrica, di potenza inferiore ai 3MW, presenti in gran parte sui territori comunali del Bellunese. Sebbene la Direttiva Bolkestein (2006/123/CE) imponga l'obbligo di mettere a gara le concessioni idriche, la mancanza di una normativa statale chiara ha creato incertezze. La Provincia, però, si è già mossa per salvaguardare lo status quo, chiedendo che l’esercizio delle mini centraline rimanga inalterato. La Regione Veneto ha risposto recentemente con la Legge Regionale 1/2025, che permette la prosecuzione dell’attività delle mini-centraline fino al 2029. La Corte Costituzionale, intanto, sta valutando una questione sollevata dalla Regione Emilia Romagna sulla necessità di applicare la gara anche per il mini-idroelettrico, sollevando un importante interrogativo sull’inquadramento giuridico dell’energia elettrica.
Il tema dei canoni idrici è stato un altro punto saliente dell’incontro. A partire dal 2023, la Regione Veneto ha introdotto il "canone binomio", una nuova struttura che prevede sia una componente fissa che una variabile, quest'ultima legata ai ricavi derivanti dalla vendita dell’energia. Il canone fisso per il 2023 è stato aumentato a 40 euro per kW, mentre la quota variabile è cresciuta al 5% del fatturato per i grandi concessionari, con un ulteriore incremento al 6% per il 2024.
Il Consiglio Provinciale ha già richiesto il pagamento di questi aumenti ai grandi concessionari idroelettrici, ma questi ultimi hanno impugnato i provvedimenti, continuando a pagare secondo le vecchie modalità. Ad oggi, la Provincia di Belluno si trova a dover attendere circa 18 milioni di euro per il biennio 2023-2024, una cifra che potrebbe raggiungere i 30 milioni se si considerano anche gli aumenti futuri. Questi fondi sono considerati cruciali per il finanziamento dei servizi necessari alle comunità montane, contribuendo a garantire il sostegno alle popolazioni locali e la loro permanenza sul territorio.
La Provincia, insieme alla Regione Veneto, sta perseguendo il contenzioso con la speranza che la decisione finale permetta di destinare queste risorse al bene delle aree montane, fondamentali per lo sviluppo e la sostenibilità del territorio bellunese.
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