Il Veneto dal 10 gennaio entrerà probabilmente in zona arancione. A dirlo oggi il presidente Luca Zaia
"E' indecoroso vedere bambini in fila per fare un tampone anche 4 ore. Bambini spesso asintomatici che sono lì perchè magari hanno incontrato un positivo. Il tracciamento dei contatti sta saltando o è già saltato. È più importante testare i sintomatici o correre dietro a una classe di bambini asintomatici che hanno come unica colpa il contatto con un bambino positivo? Il rischio è di non riuscire a testare il sintomatici" ha commentato il presidente del veneto Luca Zaia nel consueto punto stampa.
Zaia: "accolte in parte le nostre istanze"
"Ieri mattina abbiamo avuto una lunghissima riunione con il governo, ho sentito il Governo anche ieri pomeriggio e il ministro Speranza anche stanotte. Un po' delle nostre istanze sono state raccolte - ha aggiunto -. Il Veneto a oggi ha una incidenza di 610 casi ogni 100 mila abitanti, un Rt di 1,13, un tasso di occupazione delle terapie intensive del 18% e dell'area medica del 19. Ieri l'area medica era al 18, vedrete che un punto alla volta per primi di gennaio si arriva a quel famoso 30% che ci porta in zona arancione". Zaia è poi tornato sull'eliminazione della quarantena per chi ha ricevuto la dose booster. "A marzo 2020 chiesi al ministri di fare in modo che i medici che avevano avuto un contatto stretto con un positivo se avevano tampone negativo potessero continuare a lavorare - ha proseguito - altrimenti rischiavamo di svuotare gli ospedali così. A maggior ragione oggi con vaccino e letteratura scientifica chiara. Nessuno contraddice la scienza e nessuno si permette di rivedere i modelli scientifici ma la scienza ci insegna anche a fare l'amministrazione del possibile".
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