Corazzari: "Questo Piano Triennale è l’atto con cui attuiamo la nuova legge sulla cultura e che individua la programmazione, le azioni e gli obiettivi in materia culturale della Regione Veneto per i prossimi tre anni"
Cristiano Corazzari
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il Primo Programma Triennale della cultura 2022-2024. Si tratta di uno strumento di pianificazione degli interventi in materia di beni e patrimonio culturale, di sistema regionale degli istituti della cultura, di attività culturali e di spettacolo. L’obiettivo è fornire una risposta alle esigenze del territorio considerata anche la grave crisi generata dalla pandemia e l’abbattimento del 70/80% dei consumi culturali. Ne abbiamo parlato con l’Assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari. Da quali punti fondamentali è stato sviluppato il Primo Programma Triennale della Cultura? “C’è stata sicuramente una fase di difficoltà di tutto il mondo della cultura e in particolare di quello legato allo spettacolo dal vivo. Per definizione la cultura prevede interazione sociale e proprio in questi termini la pandemia ha avuto una ripercussione pesante: pensiamo ai nostri teatri, ai musei, alle biblioteche, ai luoghi di socialità legati alla cultura e a tutti gli eventi. “Tutto questo ha una forte ricaduta sia dal punto di vista dell’offerta culturale, sia della capacità di generare ricchezza. Oggi il mondo culturale veneto rappresenta circa il 5% del PIL veneto e il 6% dell’occupazione veneta. A questo si aggiunge anche l’importanza delle attività turistiche e l’offerta culturale che le nostre città d’arte propongono in tutta la regione, a cui si collegano le attività commerciali, il settore della ristorazione e il terziario in generale. Parlare di cultura in Veneto significa, pertanto, parlare di un settore che influisce a 360 gradi tanti altri mondi. “Questo Piano Triennale è l’atto con cui attuiamo la nuova legge sulla cultura e che individua la programmazione, le azioni e gli obiettivi in materia culturale della Regione Veneto per i prossimi tre anni. Chiaramente si tratta dell’introduzione di un principio nuovo, cioè di programmare attraverso un piano triennale che si declina a sua volta in piani attuativi annuali. E questa è stata una novità introdotta dalla legge della cultura e che ha portato un ammodernamento del nostro sistema normativo sulla cultura, all’eliminazione di tante leggi ora raccolte all’interno di questa legge quadro, e all’introduzione del principio di condivisione, con gli operatori del settore, degli obiettivi e delle attività. “Per noi si tratta di un cambio di passo che vuole andare nella direzione di accrescere il livello qualitativo e quantitativo dell’offerta culturale, di esportare una conoscenza del patrimonio e delle eccellenze culturali venete e naturalmente di favorire una partecipazione di tutti gli interlocutori alle scelte regionali per raggiungere un pubblico sempre più ampio. Serve, infatti, non solo un’offerta culturale, ma anche la corrispettiva crescita di un pubblico e di una sensibilità che permetta poi di trovare uno spazio sempre maggiore alle nostre attività culturali. “Ritengo che la cultura sia un valore di crescita sociale e economica, ma anche di qualità della vita. Questi sono gli obiettivi prefissati, naturalmente con un occhio puntato ad alcune tematiche che ci stanno particolarmente a cuore, come per esempio quello del patrimonio identitario, storico. Noi come Regione del Veneto abbiamo delle peculiarità uniche al mondo e il nostro Statuto regionale ci stimola a valorizzarne tutti gli aspetti che sono espressi dalla cultura veneta. E infine favorire le competenze manageriali degli operatori del settore, l'attrattività e la vocazione turistico-culturale del territorio e di arrivare a una compartecipazione, una sana collaborazione tra pubblico e privato nel reperire le risorse e nel condividere le iniziative. “Spero questo sia un dibattito positivo, perché questa è la prima applicazione nonché banco di prova”. Da quello che dice, con questo Programma di respiro triennale si cerca, quindi, di instaurare un filo più diretto e continuo con il territorio e le sue esigenze… “Certamente. Questo anche perché abbiamo una consulta prevista dalla legge sulla cultura che vede partecipi tutti gli operatori del mondo culturale assieme alla Regione nel definire le linee del piano triennale della cultura e quelle dei piani annuali. L’obiettivo è condividere e impegnare bene le risorse che ci sono state concesse”. Dopo i precedenti tagli dei contributi che la Regione ha fatto al settore, possiamo intendere il Programma Triennale alla Cultura come una scommessa e l’intenzione di volersi schierare a fianco della cultura? “Noi non abbiamo fatto tagli. Chiaramente siamo una Regione che cerca di spendere in maniera oculata le risorse, perché sappiamo che sono i soldi dei cittadini. La cultura deve essere interpretata come un’opportunità di crescita su più fronti e, quindi, in questa direzione il piano vuole essere di stimolo a un settore che ha patito molto in questi anni. E questo anche grazie non solo a risorse regionali, ma anche ai fondi europei dove, nella prossima programmazione, la regione Veneto destina 57 milioni di euro al settore culturale”.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter