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Agricoltura, diminuiscono le aziende e non c'è ricambio generazionale

Düngen
DüngenArrivano i primi dati sulla produzione agricola, aggiornati al 2013 realizzati a seguito di un'indagine campionaria cadenzata ogni tre anni. Si conferma una tendenza negativa, la continua diminuzione del numero di aziende destinate all'agricoltura. In Veneto le aziende sono diminuite del 6,9%, con un ritmo meno intenso rispetto a quello italiano (-9,2%). La superficie agricola utilizzata resta pari a quella dello scorso triennio, con una media di circa 8 ettari per azienda. Una buona percentuale dei terreni viene destinata all'agricoltura biologica, mentre la coltivazione prevalente sono i seminativi, a cui sono dedicati il 68% dei terreni. MANODOPERA - La manodopera che presta servizio in azienda negli ultimi 3 anni, per quanto riguarda il Veneto, è rimasta pressoché stabile e pari ad oltre 258 mila unità. Le aziende agricole venete si confermano a carattere prettamente familiare, dal momento che 3 addetti su 4 appartengono alla famiglia del conduttore. Aumenta anche il numero di giornate lavorate per entrambe le tipologie di lavoratori veneti, rispettivamente +7,3% per i familiari e +10,5% per gli altri. Risultano in sensibile aumento le aziende che lavorano i propri prodotti, sia vegetali che animali; ma il vero boom, sia a livello regionale che sia nazionale, è riservato alla produzione da fonti di energia rinnovabile: +602,8% per l’Italia e +373,8% nel Nordest. MANCANO GLI EREDI PER LA SUCCESSIONE - Il Veneto presenta forti esigenze di ricambio generazionale ai vertici delle aziende agricole, dal momento che nel 2010 l’età media dei capi azienda era superiore ai 60 anni e la percentuale di giovani al di sotto dei 40 anni non superava il 7%. Nel 2013, per la prima volta, è stata inserita una sezione inerente il ricambio generazionale all’interno del nucleo familiare del conduttore e la propensione ad investire in azienda. La stragrande maggioranza (71,6%) delle aziende è stata rilevata da un familiare o da un parente e quindi la proprietà è rimasta all’interno del nucleo di provenienza. Il 9,2% dichiara invece di averla rilevata da terzi. Per il restante 14,8% la proprietà non è stata rilevata da altri e quindi presumibilmente si tratta di aziende di nuova fondazione. Tra coloro che invece denunciano l’esistenza di fattori frenanti inerenti alla successione, per la maggior parte (59,3%) la causa principale è l’assenza di successori od eredi interessati o qualificati, in seconda battuta per difficoltà di tipo economico (22,9%) ed in terza per problemi legati a difficoltà burocratiche, legislative o fiscali (20,5%). È stata infine analizzata la propensione agli investimenti nel prossimo futuro: ben il 60% dichiara la non intenzione ad investire nei successivi 3 anni, il 17,2% non esprime un giudizio definitivo in merito, il 12,6% solamente in previsione di un finanziamento pubblico e solamente il 6,5% ritiene di poter investire anche senza contribuzioni.
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