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19.02.2024 - 14:49
Accessibili, sostenibili e ‘digital’: le imprese del turismo all’aria aperta guardano sempre più all’ambiente e si affidano al supporto dell’intelligenza artificiale per competere. È ciò che emerge dai dati presentati oggi a Portogruaro da Faita-Federcamping nel convegno “Il turismo all’aria aperta nel Nordest, ruolo e valore economico del settore e prospettive di sviluppo”, al quale hanno preso parte, tra gli altri, gli assessori regionali al Turismo del Veneto Federico Caner e del Friuli Venezia Giulia Sergio Emidio Bini. I risultati di una ricerca del Ciset, assieme ai dati di HBenchmark e agli esiti dei progetti avviati da Faita con eAmbiente e Ciset-Jampaa, disegnano un settore in continua evoluzione. Tra Veneto e Friuli, i campeggi e i villaggi turistici offrono oltre 250mila posti letto, di cui 215mila sono di soci Faita, occupano 8.500 addetti e producono 22 milioni di presenze, posizionandosi saldamente al secondo posto dopo gli alberghi nell’offerta turistica. Richiamano un numero sempre maggiore di turisti, un trend già in atto nel 2019 e incrementato negli ultimi tre anni. “L’Open Air viene finalmente apprezzato per quello che è: una nuova filosofia di vacanza - afferma il presidente Faita-Federcamping Alberto Granzotto - Accessibilità, sostenibilità, qualità e innovazione sono i pilastri della nostra attività. Obiettivo: operare investimenti che sappiano coniugare pragmatismo e fantasia per essere ancora più competitivi sul mercato. Stiamo guardando con sempre maggiore interesse agli obiettivi dell’Agenda 2030 e i risultati fin qui raggiunti sembrano darci ragione”.
Sul piano dell’innovazione e degli investimenti, stando ai dati del Ciset, le imprese ‘pioniere’ – che hanno investito in riqualificazione e sviluppo di nuova offerta per target specifici - rappresentano il 54% delle strutture, si trovano prevalentemente lungo la costa (57%) e al Lago di Garda (19%). Il 57% offre almeno 8 servizi aggiuntivi e il 45% dà oltre il 50% di questi in gestione a terzi. Il 62% ha un sito e-commerce, il 76% vende attraverso portali specializzati e 57% su altre piattaforme travel. Per continuare a competere, le imprese dovranno continuare a investire: già lo fanno grazie ai propri fatturati, ma devono poter contare su normative che supportino e facilitino l’accesso ai finanziamenti. Detto che l’85% delle strutture all’aria aperta del Nordest sorge in Veneto, il 15% in Friuli Venezia Giulia, il fatturato generato dal turismo open air in Veneto ammonta a 1,3 miliardi di euro: il 58% sono alimentati dalle spese extra alloggio (effettuate dai turisti dentro e fuori la struttura) e il 42% dalle spese di alloggio. In media, a ogni euro speso per l’alloggio corrispondono 1,4 euro spesi nell’indotto, che vanno a beneficio sia dell’impresa stessa che del territorio circostante. In Friuli VG, la stima del fatturato totale dell’open air supera i 75 milioni di euro: il 56% è alimentato dalle spese extra alloggio, il 44% dalle spese di alloggio. In questo caso, l’impatto potenziale sul territorio è ancora superiore: a ogni euro speso nell’alloggio corrispondono, infatti, 1,9 euro spesi per altri beni e servizi.
I dati di previsione per il 2024 nell’analisi di HBenchmark esaltano un settore in piena crescita, sia per i tassi di occupazione giornaliera, sia per i ricavi medi. Sulla base delle prenotazioni giunte fino al 6 febbraio (per il periodo primavera-autunno 2024), rispetto allo stesso periodo del 2023, l’occupazione media sale a +3,4% nel Lago di Garda, a +2,2% nell’Alto Adriatico Nord, a +6,2% nell’Alto Adriatico Sud, con un incremento medio complessivo prenotato nell’ultimo mese (dal 6 febbraio a oggi) di 8 punti percentuali. Il ricavo medio per unità acquisita, alla data di osservazione odierna rispetto al consolidato 2023, passa da 95,9 euro a 117,7 euro nel Lago di Garda; da a 131,4 a 159,4 euro nell’Alto Adriatico Nord; da 73,7 a 83,7 euro nell’Alto Adriatico Sud.
La permanenza più lunga avviene nelle piazzole (fra i 13 e i 14 giorni), anche in virtù del boom dei maxi-caravan, camper e roulotte (oltre il 32% rispetto al 2023), seguite dai bungalow e villette (fra i 9 e i 10 giorni) e dalle casette mobili (fra i 10 e i 10,4 giorni). La maggior parte dei turisti proviene dalla Germania (38% nell’Alto Adriatico Sud, 53% nel Garda, 65% nell’Alto Adriatico Nord), seguita dall’Italia (10% nell’Alto Adriatico Nord, 16% nel Lago di Garda, 44% nell’Alto Adriatico Sud), e dai Paesi Bassi (15% nel Lago di Garda, 3% Alto Adriatico Sud, 2% Alto Adriatico Nord).
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