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Inaugurata la nuova sala di rappresentanza a Palazzo del Capitanio

Un nuovo spazio di rappresentanza per Padova: la Sala Sibilia de Cetto e Baldo Bonafari apre le sue porte alla cittadinanza

Inaugurata la nuova sala di rappresentanza a Palazzo del Capitanio

Inaugurata e aperta alla cittadinanza una nuova sala di rappresentanza,  al piano nobile del Palazzo del Capitanio di Padova.

La sala da oggi è quindi nelle disponibilità delle sale gestite dal Gabinetto del Sindaco e tutti i cittadini potranno fare richiesta per utilizzarla. Sarà inoltre una sala dove potranno essere celebrati i matrimoni civili e i giuramenti di cittadinanza.
Significativa l’intitolazione della sala a Sibilia de Cetto e Baldo Bonafari.

“ E' una sala rimasta a lungo non utilizzata e non aperta al pubblico in quanto ritenuta inagibile. Il suo ultimo utilizzo era stato infatti quello di archivio: in questa sala erano posizionati pesanti contenitori in ferro che erano stati poi rimossi per il peso eccessivo.  -  commenta l’assessora ai servizi demografici Francesca Benciolini - Con grande determinazione abbiamo deciso che una sala così non poteva restare chiusa al pubblico e abbiamo chiesto le dovute prove di carico che permettessero di ridefinirne l’agibilità alla cittadinanza. Successivamente abbiamo deciso di risistemarla agendo su luci, tende, porte e mobilio perchè la città possa tornare a godere di un bene di tutti con un meraviglioso affaccio su Piazza dei Signori. Ringrazio in particolare la dirigente del settore Servizi Demografici, Cimiteriali e Quartieri Eva Contino per il supporto e la determinazione. Sono davvero soddisfatta del risultato e di aggiungere una stupenda sala al patrimonio di tutte e tutti, in particolare per la celebrazione di matrimoni e giuramenti di cittadinanza: una sala bella che possa accompagnare i momenti preziosi della vita delle persone che vivono nella nostra città”.
Sibilia, de Cetto, vissuta a Padova tra il 1350 circa e il 1421, era una donna dallo straordinario carisma. Figlia di un ricco mercante si unì in seconde nozze a Baldo Bonafari (Piombino Dese – Padova 1418), giunto a Padova per gli studi di diritto e divenuto poi consigliere di Francesco Novello da Carrara. I due coniugi, entrambi vicini al messaggio francescano e in particolare alla comunità dei frati minori dell’Osservanza, decisero di impiegare il loro patrimonio nella realizzazione di una grande opera per l’assistenza dei poveri e degli ammalati: la costruzione dell’Ospedale di San Francesco Grande, iniziata nel 1414. Baldo morì intorno al 1418-19 e saranno l’abilità e la determinazione di Sibilla a permettere la prosecuzione dei lavori dell’Ospedale di San Francesco Grande che si affermò nel corso del XV-XVI secolo come la più importante istituzione assistenziale della città. A differenza degli antichi ospizi alto-medievali, si caratterizzò sempre più come luogo di cura dei malati, come ospedale nel senso moderno del termine.


Il nome è stato scelto sulla base delle linee strategiche di mandato 2022 – 2027, le quali richiamano una "toponomastica inclusiva, decolonizzata e con riferimenti a figure femminili”, con l’obiettivo di coltivare la memoria storica della comunità connotandola laddove possibile con odonimi legati a fatti, personaggi ed eventi sociali, culturali e politici della storia cittadina legati a funzioni e significati della vita pubblica di Padova.


La sala è aperta alla cittadinanza e a tutte le persone che la vorranno visitare e vorranno scoprire la storia di questo importante tassello del patrimonio pubblico cittadino. E’ visitabile dalle 18 alle 21 e alle 20 è in programma l’esibizione del coro “Le Astronote”.

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