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Festa della Trebiatura

Campodoro celebra le tradizioni contadine con la 39ª Festa della Trebiatura

Esposizione di trattori, mostra fotografica sull'emigrazione Veneta e eventi per tutti

Campodoro celebra le tradizioni contadine con la 39ª Festa dea Trebiatura

Campodoro ospiterà la tradizionale Festa dea Trebiatura, un evento dedicato alle antiche tradizioni agricole con spettacoli, momenti conviviali, una grande esposizione di trattori e una mostra dedicata ai veneti emigrati.

Giunta alla sua 39ª edizione, la festa attira un pubblico numeroso da tutta Italia per celebrare le tradizioni contadine di aratura e trebbiatura. Quest'anno, l'evento avrà una dedica speciale alle persone che dal Veneto sono emigrate in cerca di fortuna.

La Festa è proposta dal Comune di Campodoro e ha numerosi patrocini tra cui Regione Veneto, Provincia di Padova, Provincia di Vicenza, Provincia di Treviso, Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta.
La Festa inizia giovedì 20 giugno con l’apertura dello stand gastronomico e la serata musicale (programma che si ripeterà in tutte le giornate), mentre inizieranno ad arrivare i trattori e i mezzi agricoli. Sabato 22 giugno dalle ore 19.30 la Festa entra nel vivo con le prove di aratura con i mezzi storici seguita, alle ore 23, dalla sfilata di trattori. Domenica 23 giugno la fiera apre alle ore 8 con la sfilata dei trattori, le mostre e le varie prove: la mostra fotografica sull’emigrazione, le macchine a vapore, i trattori a petrolio, i motori stazionari, il modellismo dinamico, il 5° raduno nazionale di L55 e la novità, il raduno dei trattori Fiat OM e derivati. Alle ore 17 inizia la grande sfilata storica con l’esibizione del gruppo Musicisti e Sbandieratori, il gruppo rievocativo Arti&Mestieri, il gruppo Danze Popolari di Villafranca padovana. Durante l’intera giornata sono aperti stand gastronomico e si svolgeranno momenti musicali.
I commenti 
Il sindaco di Campodoro, Gianfranco Vezzaro ricorda «L’impegno dell’Amministrazione comunale per far crescere la festa della terra e delle nostre radici, in modo che anche le nuove generazioni possano vedere come i nostri nonni lavoravano nei campi nel XX Secolo. La novità di quest’anno è la mostra fotografica, a cui sarà dedicato uno stand, allestita con la collaborazione delle associazioni di padovani e vicentini nel mondo, che racconterà l’emigrazione veneta interna (in particolare verso il Pontino e la Sardegna) ed esterna verso Paesi come il Brasile, l’Argentina, il Sudamerica. Ci sarà inoltre la possibilità di conoscere il grande ruolo svolto dalle operazioni di bonifica. Non mancherà, inoltre, la sfilata storica dei trattori con le prove di aratura e trebbiatura».
La Festa di quest’anno ha visto la partecipazione di numerosi Enti, «A partire dalla Regione – aggiunge Vezzaro – dalle Province e dal Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta a cui Campodoro fa riferimento, insieme a cui sarà proposta la serata di venerdì proprio sul ruolo che le operazioni di bonifica hanno avuto per il territorio».
«La festa della trebbiatura è da sempre uno degli eventi più amati e questa edizione è particolarmente attesa per la novità di quest’anno: la dedica ai veneti emigrati in terra straniera – sottolinea Vincenzo Gottardo, delegato della Provincia di Padova alla Agricoltura -. Sarà una grande festa in cui avremo modo di ricordare la vita nei campi dei nostri nonni e di valorizzare le tipicità e le tradizioni del nostro territorio. Inoltre questo appuntamento si conferma molto attrattivo anche da un punto di vista turistico poiché molti visitatori e appassionati del settore si spostano da diverse regioni italiane per raggiungere Campodoro e assistere agli eventi proposti, in particolare le sfilate e le gare di trattori».
«Quando la povertà e la miseria causavano sofferenza alla popolazione veneta – il commento di Gianpaolo Filippi, presidente dell’associazione Amissi dea Trebiatura – tanti lavoratori emigrarono nel mondo per trovare sostentamento per sé e per la propria famiglia. Oltre all’emigrazione verso Paesi stranieri, un ruolo rilevante è stato ricoperto dall’emigrazione interna (basti citare il Pontino, la Maremma), dove l’operosità dei veneti e la particolare attitudine al lavoro hanno permesso di bonificare grandi aree paludose. Sabato 22 e domenica 23 giugno saranno due giornate in cui ripensare alle nostre radici e riconoscere le nostre identità, la storia, le tradizioni».
Il compito di raccontare la vita dei migranti veneti è affidato, appunto, alla mostra “Omaggio ai veneti emigrati – La storia di una terra, l’orgoglio di un popolo” allestita a cura del Centro Studi Grandi Migrazioni di cui è presidente Giorgia Miazzo che afferma: «Il museo itinerante presenterà la storia della Grande Migrazione italo-veneta di questi ultimi 150 anni. Al febbraio del 1874 si fa, infatti, tradizionalmente risalire la partenza della prima nave di migranti veneti e trentini verso il Brasile, che a oggi è tuttora la comunità di discendenti italiani più numerosa al mondo, con circa 30 milioni di presenze, delle quali 12 milioni di origine veneta. Oltre alle Americhe, si parla di Europa con Francia, Germania, Svizzera, Belgio, ma anche di Australia, Nuova Zelanda e Sud-Africa. In ogni storia si legge il dolore della partenza, la disperazione, ma anche il coraggio di superare gli ostacoli e la volontà di stabilizzarsi. È singolare, inoltre, osservare come, a distanza di un secolo e mezzo, si stia assistendo a un nuovo, grande, flusso migratorio verso le stesse destinazioni di fine ‘800: si calcola che negli ultimi dieci anni sia emigrato circa un milione e mezzo di giovani e adulti italiani per lo più verso Canada, Stati Uniti, Germania, Svizzera - con le “nuove” mete del mondo arabo e asiatico – in cerca di nuove opportunità e sfide».

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