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Fattorie sociali
08.08.2024 - 07:44
A dieci anni dall'entrata in vigore della normativa regionale sull'agricoltura sociale, il Veneto si prepara a un significativo aggiornamento legislativo. Il progetto di legge n.285, depositato dal consigliere regionale Sonia Brescacin, presidente della quinta commissione, mira a modernizzare il testo legislativo n.14 del 2013. Questo aggiornamento è stato sollecitato da Coldiretti Veneto, che già nel 2013 aveva promosso la prima legge italiana sull'agricoltura sociale. "La legge regionale del 28 giugno 2013 fu la prima in Italia sul tema dell'agricoltura sociale a cui seguì l’emanazione della legge nazionale appena due anni più tardi", ricorda Carlo Salvan, presidente regionale di Coldiretti Veneto.
UN DECENNIO DI SUCCESSI E SFIDE
La normativa del 2013 ha riconosciuto al mondo agricolo, attraverso le fattorie sociali, un ruolo cruciale nell'integrazione dell'offerta sociosanitaria, soprattutto per l'inclusione di persone con fragilità. Le fattorie sociali, infatti, sono diventate un tassello fondamentale della rete di servizi sociali, assistenziali e di presa in carico delle persone più deboli. Attualmente, in Veneto, sono 36 le fattorie sociali operative, un fenomeno che si è diffuso a macchia di leopardo ma che ha dimostrato una forte volontà di espansione su tutto il territorio regionale.
L'IMPATTO DELLA PANDEMIA E LA NECESSITÀ DI AGGIORNAMENTO
L'emergenza sanitaria del 2020 ha avuto ripercussioni significative sul tessuto sociale, rallentando l'avvio delle modifiche migliorative previste dalla normativa. Tuttavia, la pandemia ha anche evidenziato l'importanza delle fattorie sociali come parte integrante della rete di servizi sociosanitari. "Gli effetti della pandemia hanno avuto ripercussioni sul tessuto sociale tanto che le fattorie solidali si stanno affermando come un tassello importante della rete di servizi sociali", sottolinea Salvan.
VERSO UNA NORMATIVA UNIFORME E SEMPLIFICATA
Per rispondere alle esigenze delle famiglie e degli imprenditori agricoli, è necessario uniformare la normativa regionale alla legge statale n.141 del 2015. Questo aggiornamento mira a valorizzare la collaborazione tra imprenditori agricoli e altri soggetti, come le imprese sociali, superando le attuali rigidità della DGR n.84/2007 relativa all'accreditamento dei servizi sociali. L'obiettivo è creare un tavolo tecnico permanente per discutere delle problematiche del settore e trovare soluzioni rapide.
INCLUSIONE E RIABILITAZIONE: LE PREROGATIVE DELLE FATTORIE SOCIALI
Le fattorie sociali promuovono l'inserimento socio-lavorativo di persone svantaggiate, tra cui disabili, pazienti psichiatrici, soggetti autistici, persone affette da dipendenze ed ex detenuti. Queste strutture offrono percorsi di riabilitazione basati sui benefici comprovati del contatto con la terra. Inoltre, svolgono un ruolo educativo e assistenziale, come dimostrato dagli agriasili e agrinidi, dove molti genitori affidano i loro figli per stabilire un rapporto quotidiano con la natura.
IL FUTURO DELL'AGRICOLTURA SOCIALE IN VENETO
Secondo i dati di Coldiretti, sono oltre 50 mila le persone che frequentano le aziende solidali trovando assistenza. "Nel 2050 il Veneto conterà un milione di abitanti in meno, secondo recenti stime demografiche", spiega Salvan. "L'agricoltura giocherà un ruolo strategico nel contrasto dell'impoverimento sociale, presidiando i territori più delicati ed i comuni più piccoli, dando una speranza, risorse e terreni ai giovani che vogliono sviluppare la propria azienda, stabilire la propria famiglia e contrastare così anche la denatalità". Il progetto di legge n.285 rappresenta un passo avanti significativo per il Veneto, che continua a essere un pioniere nell'economia solidale. L'aggiornamento della normativa regionale sull'agricoltura sociale non solo rafforza il ruolo delle fattorie sociali nel welfare, ma apre nuove prospettive per l'inclusione e l'innovazione nel settore agricolo.
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