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Femca Cisl Venezia
16.08.2024 - 13:04
produzione jeans - immagine di repertorio
Nella provincia di Venezia cresce la preoccupazione della Femca Cisl Venezia riguardo al futuro del settore tessile, con particolare attenzione al comparto artigiano. Attualmente, 1309 dipendenti sono coinvolti tra la Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) e il Fondo solidarietà bilaterale dell’artigianato (Fsba), strumenti utilizzati in caso di sospensione o riduzione dell’orario lavorativo a causa delle difficoltà aziendali. L'analisi del primo semestre del 2024 rivela un quadro allarmante, che interessa soprattutto la Riviera del Brenta e il Cavarzerano, aree spesso considerate periferiche e poco menzionate. Tuttavia, queste zone vantano numerose eccellenze. La causa delle difficoltà è evidente: la dipendenza delle aziende locali dai grandi gruppi internazionali a causa del fenomeno del controterzismo. Questi gruppi, a loro discrezione, stabiliscono se e quanto far lavorare i subfornitori, influenzando così la stabilità economica e occupazionale lungo l'intera filiera. Entrando nel dettaglio, dall'inizio dell'anno 765 dipendenti di una trentina di aziende sono stati interessati dalla Cigo. La distribuzione geografica del fenomeno è ampia: dalla Riviera del Brenta al Miranese, passando per le aree attorno a Mestre fino al Veneto Orientale. Diverse aziende hanno richiesto l’ammortizzatore sociale fino all’autunno inoltrato, alcune addirittura fino a dicembre, facendo presagire un 2024 già segnato. Per quanto concerne la richiesta di Fsba, sono 63 le aziende coinvolte, con l'aggiunta di 12 solo nel periodo estivo, per un totale di 544 dipendenti. Anche in questi casi, molte imprese hanno ridotto la produzione già nei primi sei mesi dell’anno, prevedendo di farlo anche fino a settembre. Questi numeri, già elevati, rappresentano una novità preoccupante, poiché aziende che mai prima d'ora avevano fatto richiesta di ammortizzatori sociali, si trovano ora costrette a farlo, coprendo periodi più estesi dell’anno rispetto al passato. Elisabetta Monetti della Femca Cisl Venezia ha espresso alta preoccupazione per la situazione: «Ci preoccupa maggiormente la richiesta di Fsba rispetto alla Cigo, poiché si tratta di un ammortizzatore sociale gestito dall’Ente bilaterale regionale (Ebav), che concede 26 settimane su un biennio mobile. Questo significa che, una volta esaurito, le aziende non hanno più strumenti per coprire le crisi, costringendole a lasciare a casa i dipendenti o, nei casi peggiori, a cessare l’attività.» Monetti sottolinea l'importanza di una presenza attiva nei laboratori per monitorare la situazione, poiché molti imprenditori, alla loro prima richiesta di ammortizzatori sociali, non conoscono adeguatamente le regole, finendo per penalizzare i dipendenti. Francesco Coco, della Segreteria della Femca Cisl Venezia, amplia i timori estendendoli anche al modo di fare impresa e alla situazione del Cavarzerano: «Non si tratta solo della gestione dei fondi salariali, ma è in gioco la tenuta produttiva di un intero comparto. Stiamo vivendo una trasformazione significativa nel modo di fare impresa richiesto dal mercato.» Coco evidenzia particolari preoccupazioni per le ditte dipendenti dal marchio Jacob Cohen, che recentemente ha iniziato a ridurre o annullare le commesse, giustificando tali scelte con un calo della produttività. Questo ha un impatto devastante soprattutto sulle stirerie, che lavorano in esclusiva per Jacob Cohen, con ripercussioni lungo tutta la filiera tessile. La Femca Cisl Venezia intende chiedere un incontro con il sindaco di Cavarzere, Pierfrancesco Munari, per comprendere quali interventi intenda mettere in atto per salvaguardare e valorizzare la filiera tessile, originaria di questa area, al fine di evitare la sua completa scomparsa.
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