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La chiusura delle filiali bancarie: un fenomeno inarrestabile in provincia di Treviso

In nove anni, oltre un terzo delle filiali bancarie ha chiuso in provincia di Treviso. La strategia delle banche punta al risparmio e all'home banking

banca

Sempre meno contante e sempre più digitale, una lama a doppio taglio del progresso tecnologico e sociale

Negli ultimi nove anni, la provincia di Treviso ha assistito a una trasformazione radicale del panorama bancario locale. Un fenomeno che ha visto la chiusura di oltre un terzo delle filiali bancarie, passando dalle 548 del 2015 alle 351 attuali. Questo trend, che non sembra destinato a rallentare, solleva interrogativi importanti sul futuro dei servizi bancari e sull'impatto che tali chiusure hanno sulle comunità locali.

LA STRATEGIA DEL RISPARMIO E DELL'HOME BANKING
La chiusura delle filiali bancarie non è un fenomeno isolato, ma parte di una strategia più ampia adottata dagli istituti di credito per ridurre i costi operativi e adattarsi alle nuove abitudini dei clienti. L'avvento dell'home banking ha rivoluzionato il modo in cui le persone gestiscono le proprie finanze, rendendo sempre meno necessaria la presenza fisica in filiale. Tuttavia, questa transizione non è priva di conseguenze.

ARCADE: L'ENNESIMO COMUNE SENZA SPORTELLI
L'ultima chiusura significativa è quella della filiale di Intesa Sanpaolo ad Arcade, che porta a undici il numero di comuni della provincia di Treviso rimasti senza sportelli bancari. Una situazione che, se da un lato rispecchia una tendenza globale, dall'altro pone seri problemi di accessibilità ai servizi bancari per le fasce di popolazione meno avvezze alla tecnologia o residenti in aree rurali. Per molti anziani, ad esempio, la filiale rappresentava un punto di riferimento non solo per le operazioni bancarie, ma anche per il contatto umano e il supporto nella gestione delle proprie finanze. La scomparsa di questi sportelli può quindi creare un senso di isolamento e difficoltà pratiche per chi non è in grado di utilizzare i servizi online.

UN FENOMENO GLOBALE
Questo fenomeno non è esclusivo della provincia di Treviso. In tutto il mondo, le banche stanno riducendo la loro presenza fisica per concentrarsi su servizi digitali. La pandemia di COVID-19 ha accelerato ulteriormente questa tendenza, spingendo sempre più persone a utilizzare l'home banking e le app mobili per le loro transazioni quotidiane. Ma cosa significa tutto questo per il futuro del settore bancario? La digitalizzazione dei servizi bancari è inevitabile e, in molti casi, vantaggiosa. Tuttavia, è essenziale che le banche trovino un equilibrio tra l'efficienza operativa e l'accessibilità dei servizi. Investire in programmi di alfabetizzazione digitale e garantire un supporto adeguato per chi ha difficoltà con la tecnologia potrebbe essere una soluzione per mitigare gli effetti negativi delle chiusure delle filiali.

LA RISPOSTA DELLE BANCHE
Le banche, dal canto loro, stanno cercando di rispondere a queste sfide con diverse strategie. Alcune stanno investendo in sportelli automatici avanzati e in servizi di consulenza telefonica o via chat, mentre altre stanno sperimentando modelli di filiali "leggere", con personale ridotto e orari di apertura limitati. Tuttavia, la chiave del successo sarà la capacità di adattarsi alle esigenze dei clienti, offrendo soluzioni personalizzate e accessibili.

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